Da qualche mese sono tornati gli Editors (a due anni di distanza dal meraviglioso “An end has a start”) con un nuovo album da studio che presenta toni dark, com’è di rigore per il quartetto di Birmingham, sin dalla cover, rappresentata da un doppio panorama un po’ sbiadito immerso nel nero, che rimanda sia ai giochi enigmistici del “trova le differenze” che ai quadri di paesaggi scarni dell’arte del Novecento, un Sironi o un De Chirico. Nove tracce (per i fan più incalliti è disponibile la versione a tiratura limitata con l’aggiunta di un Ep contenente altri cinque brani, di cui il migliore per me è “This house is full of noise”) tenebrose ed al contempo ballabili, ora echeggianti The Cure, ora Bronskie Beat, ora Eurythmics (e naturalmente Joy Division. Tom Smith sembra essere sempre più la reincarnazione del grandissimo Ian Curtis). Il singolo trainante è “Papillon” in stile electro-dance e, data la raffinatezza dell’intero cd, immaginarsi Tom Smith e soci in smoking con tanto di cravattino al posto del consueto look trasandato di jeans risvoltati e maglie nere non sarebbe poi ridicolo. In realtà la raffinatezza della band inglese di genere rock alternativo va ben oltre l’impalpabile eleganza di una farfalla di raso. Papillon si riferisce, infatti, alla letteratura ed al memorabile personaggio reale Henri Charriere, il detenuto soprannominato Papillon per il tatuaggio sul petto, le cui vicissitudini e fughe furono trasposte cinematograficamente nel 1973. Parlando di fughe direi che “In this Light and on this evening” rappresenta di certo la migliore scappatoia da offrire attualmente alle nostre orecchie se sono sature di pezzi pop usciti spesso dalla fucina dei reality, che prepotentemente irrompono nei primi posti delle classifiche. Questo disco è indiscutibilmente un gioiello preziosissimo che tutti i malinconici (darkettoni) cronici non possono di certo farsi “scappare”.
