Questo romanzo è uno dei manifesti della civiltà contemporanea per via dei temi trattati e un testo esemplare, a livello stilistico e tematico, del cosiddetto postmodernismo. Una lettura imprescindibile sia per i "lettori forti" sia per coloro che leggono pochi libri all'anno e vogliono avvicinarsi a questo grande autore. La relativa brevità del romanzo - soprattutto se confrontato con gli altri capolavori di Pynchon - ed una narrazione che strizza l'occhio ad alcuni topos del thriller rendono piacevole la lettura per tutti, mentre i numerosi sottotesti affascineranno anche il lettore più esperto.
L'incanto del lotto 49
Una cospirazione mondiale, antica di secoli, getta un'ombra cupa sull'America solare e felice degli anni Sessanta, e Oedipa si ritrova a dover decifrare un enigma impossibile: quello che incombe sull'esistenza di ognuno di noi...
«Quella notte rimase seduta per ore, troppo inebetita per bere, a imparare da sola come si respira nel vuoto. Perché, oh, Dio... questo era il vuoto. Non c'era nessuno che potesse aiutarla. Nessuno al mondo. Erano tutti schiavi di qualcosa, svitati, potenziali nemici, morti». Il romanzo che ha fondato la letteratura postmoderna. Un'allucinata satira che ci trascina in quel mistero eternamente irrisolto che è l'umana felicità. Oedipa Maas – una giovane casalinga californiana, laureata in letteratura inglese e moglie di un deejay radiofonico – viene nominata esecutrice testamentaria di Pierce Inverarity, un magnate immobiliare, e la sua vita prende una piega inaspettata e delirante. Una cospirazione mondiale, antica di secoli, getta un'ombra cupa sull'America solare e felice degli anni Sessanta, e Oedipa si ritrova a dover decifrare un enigma impossibile: quello che incombe sull'esistenza di ognuno di noi...
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2023
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Francesca Valdinoci 12 marzo 2017
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Labirintico, istrionico, sarcastico, geniale. Difficile esaurire con poco questo romanzo di P., non facile da leggere (nonostante sia abbastanza breve), ma proprio per questo stimolante ad una eventuale rilettura successiva, e neanche facile da interpretare in modo univoco; ricorda un Pendolo di Foucault privo delle complicazioni linguistiche, ma parimenti ricco di una avvincente trama thriller (in questo caso irrisolta). La parte del dramma cui assiste Oedipa è quella meno convincente in quanto, per lunghezza e complessità, sa un po’ di riempitivo, tutto sommato decisiva nel solo finale (il Tristero). A parte ciò, consiglio il romanzo in particolare a chi ama le sfide. La lettura nella vecchia edizione è migliore rispetto a quella più recente; bisogna armarsi di pazienza per trovarlo (non difficile comunque).
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