Il voto non alto dato al libro è dovuto allo stile di scrittura dell'autrice. C'è un'abbondanza eccessiva dell'uso degli avverbi per descrivere le azioni dei personaggi. Inoltre c'è un certa tendenza, invece che lasciar che le azioni dei personaggi parlino del loro carattere, a esplicitare le loro descrizioni, come se il lettore non fosse intelligente abbastanza per giungere a delle conclusioni. Ho avuto difficoltà a capire perché per esprimere il disgusto da parte dei personaggi si sia fatto così tanto uso dell'omatopea "Puah", considerando che si tratta di un libro e non un fumetto o un testo teatrale. Purtroppo ho avuto l'impressione che i dialoghi tra alcuni personaggi risultassero forzati e innaturali. Senza contare il fatto che ho avuto la percezione che l'evoluzione di alcuni personaggi non sia avvenuta in maniera naturale ma che fosse stata forzata, che fosse avvenuta di punto in bianco, per far concludere il libro. Seppur abbia letto che altri lettori non abbiano apprezzato la reinterpretazione dei personaggi del signor Darcy e di Charles, devo dire che invece ho trovato coerente alcune delle loro caratteristiche con quel poco che si sappiamo dei due amici da "Orgoglio e Pregiudizio". Specialmente considerando che in "Orgoglio e Pregiudizio" il punto di vista di Elizabeth funge spesso da filtro che influenza la narrazione e che quindi non risulta sempre oggettivo. Si può concludere che il libro funziona meglio come leggera lettura da sotto l'ombrellone. Un romanzo rosa non eccessivamente curato o complesso. Consiglio la lettura a chi non conosce le opere di Jane Austen, altrimenti c'è il rischio di restare delusi non solo per la trama e i personaggi ma soprattutto per la scrittura.
