Un esempio perfetto di romanzo verità. Nel senso che il romanzo noir racchiude una pagina, anch'essa molto noir della nostra storia recente. Una pagina che sarebbe passata sotto silenzio se non fosse stato per quel sussulto di dignità urlato da Oscar Luigi Scalfaro nel celebre discorso alla nazione che interruppe una partita di calcio. Discorso del quale sono rimaste impresse le parole Io non ci sto, prese come titolo per il libro. E che dire del romanzo che avvolge la storia? Bello e coinvolgente. Assolutamente da gustare.
Io non ci sto. Le ombre del commissario Marino
1992, annus horribilis della nostra storia repubblicana, insanguinato dalle stragi mafiose. Una nobildonna napoletana, Costanza Filomena Albani di Sansevero, moglie di un diplomatico belga accreditato presso la Santa Sede, vive con profondo scontento una vita sentimentalmente arida. Per dare un senso alla propria esistenza, gestisce con un'amica una piccola bottega di antichità religiose nel cuore di Roma. Un pomeriggio entra uno strano cliente che acquista un'icona russa "autentica" pretendendo di pagarla in contanti. Il cliente torna presto a trovarla, la circuisce con abilità e finisce per soggiogarla. Fra i tanti compiti che l'amante impone a Costanza c'è quello di servirsi delle sue credenziali diplomatiche per operare su conti cifrati presso lo Ior, la banca vaticana il cui accesso è consentito a pochi. Tenuta costantemente al guinzaglio dal suo persecutore, la nobildonna contrabbanda valuta e informazioni riservate, ma quando intuisce che la vita dei suoi due figli piccoli è in pericolo, fa l'unica mossa che le è consentita: mette al sicuro le agende su cui ha annotato ogni cosa giorno per giorno... Vent'anni più tardi, nell'Italia delle stragi, dei fascicoli secretati e dei processi senza colpevoli, lo stesso oscuro personaggio che ha guidato Costanza verso la rovina torna allo scoperto, ma solo perché i suoi passi si incrociano con quelli del commissario della squadra mobile di Milano, Vincenzo Marino.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2014
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In commercio dal:15 ottobre 2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Conoscevo lo stile di Adele Marini, fatto di salde ricostruzioni di attualità su cui costruisce sapientemente il meccanismo narrativo noir, e qui ho più che mai apprezzato il dipanarsi vertiginoso della vicenda, che in questo libro si staglia sullo sfondo oscuro dei Servizi Segreti e del loro operato in Italia negli ultimi vent'anni. La protagonista cattura moltissimo anche se è dall'arrivo del commissario Marino che la vicenda decolla. Consigliato: ben scritto, asciutto, avvincente, e fa riflettere.
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AMEDEO BIANCHI 23 ottobre 2014
è sempre difficile esercitare l'onere della critica. essere quanto più obiettivi possibile evitando giudizi dettati da sensazioni più che da dati obiettivi. dovendo scrivere, quindi, il mio primo parere su un libro, citerò punti essenziali che mi spingono a questa recensione fortemente critica. la trama è scontata, ma basata su dati ogettivi e pertanto aprezzabile dal punto di vista storico. il problema nasce da ciò che è stato costruito intorno alla trama che è poi il piacere della lettura. in molti punti ripetitivo, il libro si svolge più come un romanzo che come giallo. il problema è che le incongruenze, che in un giallo risaltano immediatamente, vengono, da queste ripetizioni, evidenziate in maniera più incisiva. ad esempio, a pagina 32, siamo nel 1993, vengono utilizzati gli euro, che saranno introdotti solo nel 1999. ci si potrebbe passare sopra se poi non venissero più menzionati, invece accade anche nelle pagine successive, salvo poi, pochi mesi dopo (nel racconto), tornare alle lire. altra incongruenza, l'età del protagonista, quarant'enne da come si evince a pagina 135 (mentre dovrebbe avere almeno, seguendo i dati disseminati nel libro, almeno 48 anni). anche in questo caso si potrebbe fare finta di nulla se poi non si insistesse, al punto che a pagina 147, dopo l'ulteriore incongruenza, ho deciso di abbandonare la lettura, forte dei miei diritti ribaditi da pennac. credo che le colpe non siano da attribuire completamente alla scrittrice, ma vadano condivise con chi ha il compito di controllare l'ultima stesura del romanzo. a questo proposito, non ho trovato una mail cui inviare le mie osservazioni senza renderle pubbliche. non è mio costume, ma ho deciso di chiedere il rimborso di quanto speso per l'acquisto del libro.
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