In confronto alla grandezza della natura ed al trascorrere del tempo, ogni singolo uomo non è altro che un granello, un nulla. Quanto si è sentito piccolo Gabriele Zara, il protagonista di questo libro, di fronte all’immensità dell’oceano: ha scoperto la sua fragilità quando la furia del vento e della tempesta si è abbattuta sulla nave rompighiacci che lo stava portando in Antartide. E quando ha messo piede sul continente più antico del mondo e si è trovato in mezzo ai colossali ghiacciai, avvolto da una luce incredibile, il vento gli ha parlato. Ha così capito che il motivo che lo aveva portato ad affrontare quell’avventura così estrema aveva davvero senso e che tutto era compiuto. In quel luogo ai confini del mondo ha incontrato di nuovo la sua amata, la cui perdita lo aveva annientato, togliendogli la voglia di vivere. Perché è vero che l’uomo è piccolo ma è altresì indubbio che la vita scaturisce una forza, un’energia che non muore mai, che si trasmette per l’eternità. Ci sono molte verità in questo libro: “solo un folle può provare emozioni vivide”. E allora, viva i folli. Non siamo soli, sul nostro cammino incontreremo sempre persone che ci vogliono bene, con le quali si stabilisce un’affinità profonda. “Nessuno muore veramente se vive nei ricordi di chi lo ha amato”
