Ogni romanzo della Verasani è una fetta di vita, intensa, coinvolgente, sentita. Anche questo “Lettera a Dina” non sfugge a queste caratteristiche e coinvolge tanto da non poterlo abbandonare fino a che non termina e quando finisce si è talmente un tutt’uno col libro che ci si rammarica del fatto che questi momenti così intensi siano sempre limitati a meno di duecento pagine. Questo romanzo, talmente sentito da sembrare, in tutto o in parte, autobiografico, si orchestra su un doppio binario, il presente in cui una famosissima canzone degli Alunni del Sole apre il binario del ricordo dell’amica dell’adolescenza. Da una parte un presente complicato, con un amore difficile e incerto e le sedute dallo psicologo e dall’altra la storia di un rapporto con una ragazza difficile che vive un’epoca caratterizzata da un male di vivere che chi ha fra i 50 e i 60 ha, perlomeno, visto da vicino. Poi forse chi è bolognese ha il vantaggio di conoscere i luoghi che fanno da sfondo al racconto e chi è più o meno coetaneo non giudica negativamente il fatto che sia un romanzo generazionale.
Lettera a Dina
È una mattina del 1973 e nella classe 2a H entra per la prima volta Dina. Ha dodici anni, indossa abiti costosi, è bionda e sovrappeso. Si volta verso la sua nuova compagna di banco e le dice: «Io sono fascista». L'altra le risponde: «Io sono comunista». È un colpo di fulmine. Tra le due nasce un'amicizia travolgente, fatta di sotterfugi, giuramenti, chiacchiere, litigi, riconciliazioni appassionate. Due mondi diversi, due famiglie di estrazione opposta, una di matrice operaia, l'altra, quella di Dina, decisamente borghese, che le due ragazzine mescolano e alternano in una Bologna animata dalle prime lotte studentesche. Trentasette anni dopo, mentre parcheggia l'auto, la protagonista di questa storia sente alla radio la canzone che lei e Dina ascoltavano fino allo sfinimento su un giradischi. E di colpo, vivissima, Dina è di nuovo lì. Dove si è persa l'adolescente ribelle sempre in lotta con una madre fredda e seducente? Qual è stato il momento esatto in cui qualcosa si è spezzato? E perché quella tentazione irrefrenabile di camminare a occhi chiusi sul bordo di un precipizio? Lettera a Dina è il racconto toccante di un'amicizia assoluta e dei segni che ha lasciato; una riflessione sui sogni e gli ideali della giovinezza attraverso un paesaggio esistenziale che tocca un decennio importante della storia italiana, in una sovrapposizione tra passato e presente il cui raccordo emotivo – e provvidenziale – è la musica.
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Autore:
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Editore:
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Formato:
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Lingua:Italiano
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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FABIO FRABETTI 11 settembre 2016
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