In una colonia immaginaria, gli impiegati adempiono alle loro funzioni quando, un giorno, si decide di sostituirli con una sorta di mostro modernista di tipo meccanico: ininterrottamente la Macchina propone, calcola, corregge; sa tutto, decide tutto. Ma gli uomini continuano a lavorare inviandosi lettere l'un l'altro, funzionando senza nessuna azione sul mondo esterno. La Macchina rivela verità sorprendenti; ma, tra l'impiegato e la Macchina, chi detiene la verità dell'altro? Salutato alla sua originaria uscita francese come un "evento", questo racconto basato sulle erranze di un soggetto che evolve in un mondo governato dal computer parla in modo figurato del rapporto contrastato di Mannoni con il proprio analista Jacques Lacan, dando conto del travaglio personale dell'autore e anticipando le sorti del "movimento lacaniano".
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