Lezzioni di M. Benedetto Varchi accademico fiorentino, lette da lui publicamente nell'Accademia Fiorentina, [...] Raccolte nuovamente, e la maggior parte non più date in luce, con due tavole, [...] Con la vita dell'autore [...]
LA TEORIA POETICA DI VARCHI E LA SUA PRIMA BIOGRAFIA In 4to (mm. 218x147). Pp. [24], 682, [22] pp. Segnatura: *4 †8 A-Z8 Aa-Xx8. Marca tipografica al titolo. Belle iniziali istoriate. Carattere tondo e corsivo. Pergamena floscia coeva con titolo manoscritto al dorso. Leggere fioriture e bruniture sparse, alcuni fascicoli più fortemente bruniti, ma ottima copia genuina. Prima edizione collettiva delle lezioni di Varchi tenute all'Accademia Fiorentina. L'Accademia fiorentina fu fondata a Firenze il 1° novembre 1540 come Accademia degli Umidi, in contrapposizione o parodia del nome dell'Accademia degli Infiammati di Padova, appena fondata. I dodici membri fondatori erano Baccio Baccelli, Bartolomeo Benci, Pier Fabbrini, Paolo de Gei, Antonfrancesco Grazzini, Gismondo Martelli, Niccolò Martelli, Giovanni Mazzuoli, Cynthio d'Amelia Romano, Filippo Salvetti, Michelangelo Vivaldi e Simon della Volta. Entro 15 mesi dalla sua fondazione, il 25 febbraio 1541, l'accademia cambiò nome in Accademia Fiorentina, come richiesto Cosimo de' Medici. Il volume, che si apre con una lettera dedicatoria a Giovanni de' Medici da parte dello stampatore Filippo Giunta, datata 8 febbraio 1589, contiene in tutto trenta “lezzioni” e fu curato da Silvano Razzi (1527-1611), originario di Marradi presso Firenze e proveniente da una famiglia di notai, che nel 1559 entrò nell'ordine dei frati camaldolesi presso il monastero di Santa Maria degli Angeli a Firenze. Scrisse tre commedie e nel 1565 divenne membro dell'Accademia Fiorentina e amico intimo di Benedetto Varchi, che compose per lui quaranta epigrammi (1563-1564). Strinse legami di amicizia con tutti i maggiori scrittori fiorentini dell'epoca, stabilendo anche stretti rapporti con Giorgio Vasari. Razzi divenne l'editore di diverse opere di Varchi e il suo esecutore testamentario. Fu anche autore di numerosi trattati religiosi e morali e di opere storiche, oltre che della prima biografia di Varchi pubblicata nel presente volume (cfr. P.G. Riva, Silvano Razzi, in: “Dizionario biografico degli italiani”, Rome, 2016, vol. 86, 2016, pp. 649-651; cfr. anche S. Lo Re, Biografie e biografi di Benedetto Varchi, in: “Archivio storico italiano”, 156/4, 1998, p. 681). Varchi tenne una miriade di lezioni presso l'Accademia Fiorentina a partire dal 15 aprile 1545 per una ventina d'anni circa; alcune di esse furono pubblicate in vita, mentre molte altre solo nell'Ottocento e diverse sono certamente andate perdute. Al verso del frontespizio è riportato un indice dell'opera, Tavola delle Lezioni contenute nell'Opera, che elenca trenta lezioni. Le prime tre, Della Natura (pp. 3-27), Della Generazione del corpo umano (pp. 29-84) e Della generazione de' Mostri (pp. 85-32) erano già state pubblicate ne La prima parte delle Lezzioni, stampata dai Giunta nel 1560. La lezione successiva, Dell'Anima (pp. 133-154), che si ricollega al Canto XXV del Purgatorio di Dante, fu stampata per la prima volta nel presente volume (cfr. A. Andreoni, La via della dottrina. Le lezioni accademiche di Benedetto Varchi, Pisa, 2012, p. 18). In Della Pittura, et Scoltura (pp. 156-231) sono riunite due delle lezioni di Varchi che hanno certamente attirato la maggiore attenzione della critica: quella sul celebre sonetto di Michelangelo “Non ha l'ottimo artista alcun concetto”, che non solo rappresenta la consacrazione ufficiale della poesia michelangiolesca (cfr. S. Lo Re, Varchi e Michelangelo, in: “Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa”, ser. 5, 4/2, 2012, p. 514), ma anche il punto di partenza di tutte le possibili interpretazioni della teoria artistica michelangiolesca, e quella che si articola in tre dispute riguardanti rispettivamente la nobiltà delle arti, i meriti della pittura e della scultura, le differenze e le analogie tra poeti e pittori. Per la prima volta nella storia dell'arte, diversi artisti viventi furono chiamati a partecipare alla “discussione-paragone” sulla superiorità della scultura rispetto alla pittura (cfr. F. Dubard de Gaillarbois, Introduzione, in: B. Varchi, “Deux leçons sur l'art”, Paris, 2020, pp. 13-170). Queste due lezioni furono stampate per la prima volta da Lorenzo Torrentino nel 1549. Il De' calori (pp. 234-268), dedicato al medico di Cosimo de' Medici, Andrea Pasquali, non era una lezione “pubblica” vera e propria, ma un trattato autonomo letto davanti a Cosimo e al suo medico nel dicembre 1544 (cfr. A. Andreoni, op. cit., pp. 125-130), e viene qui stampato per la prima volta. Quattro delle successive otto lezioni Dell'Amore (pp. 271-457) erano già state stampate dai Giunti nel 1561 ne La seconda parte delle Lezzioni (cfr. A. Andreoni, op. cit., p. 318). Nuove sono anche le otto lezioni private su Petrarca, De gl'Occhi (pp. 458-559) (cfr. Andreoni, op. cit., pp. 239-268). Della Bellezza e della Grazia (pp. 560-565), anch'essa pubblicata qui per la prima volta, è una conferenza privata per Leone Orsini, vescovo di Fréjus (cfr. A. Andreoni, op. cit., p. 128; si veda anche F. Janietz, Benedetto Varchi. Schönheit und Anmut, in: “Schönheit-Der Körper als Kunstprodukt”, E. Sammer & J. Saviello, eds., Berlin, 2019, pp. 203-208). Infine Della Poetica (pp. 566-592) e le cinque lezioni Della Poesia (pp. 593-682) sono stampate qui per la prima volta. “In September 1553, a reform of the Accademia Fiorentina established the positions of two lettori ordinari for academic readings, one for Dante's Commedia and one for the Canzoniere of Petrarch. For the first year the duty of lecturing on Dante was entrusted to Giovambattista Gelli, while that of lecturing on Petrarch was given to Benedetto Varchi. The latter, however, did not begin speaking about the Canzoniere immediately, but instead embarked on an ambitious series on poetics. An initial lecture entitled Della poetica in generale, in Varchi's words a sort of preface, opened a cycle of five, known as Della poesia. The six lectures were given in the Florentine year 1553 on the second Sunday of October, the first, second and last Sundays of December, and the first two Sundays of Lent; or in modern style, on October 3, 10 and 31 December 1553, and 11 and 18 February 1554. They remained in manuscript until Giunti's publication of the first collection of Varchi's Lezioni in 1590 […] Instead of accepting the narrow range of the assigned task of commenting on Petrarch, Varchi announced his desire to devote himself to what he call's ‘poesia in sé'. In these lectures, Varchi undertook nothing less than a new critical assessment of the entire history of Tuscan literature, in parallel with that of the Greeks and Romans. He focused on two overarching issues: first, the problem of whether there exists a vernacular epic poetry capable of supplanting the model of ancient epic; and second, his conviction of Dante's superiority over Petrarch. Varchi was attempting, with great style, to lay the foundation of his own poetic theory” (A. Andreoni, Benedetto Varchi's ‘Lezioni' on Poetry, in: “Renaissance Studies in Honor of Joseph Connors”, M. Israëls & L.A. Waldman, eds., Florence, 2013, II, pp. 487-488). Edit 16, CNCE28815, Universal STC, no. 862036; L. Devlieger, Benedetto Varchi on the Birth of Artefacts. Architecture, Alchemy and Power, in Late-Renaissance Florence, Ghent, 2005, p. 56.
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<p>LA TEORIA POETICA DI VARCHI E LA SUA PRIMA BIOGRAFIA</p> <p>In 4to (mm. 218x149). Pp. [24], 682, [22] pp. Segnatura: *<sup>4</sup> &dagger;<sup>8</sup> A-Z<sup>8</sup> Aa-Xx<sup>8</sup>. Marca tipografica al titolo. Belle iniziali istoriate. Carattere tondo e corsivo. Pergamena floscia coeva con titolo manoscritto al dorso. Al contropiatto anteriore ex-libris inciso di Sylvester Douglas, 1<sup>st</sup> Baron Glenbervie (1743-1823). Leggere fioriture ed arrossature sparse, ma ottima copia genuina.</p> <p>Prima edizione collettiva delle lezioni di Varchi tenute all'Accademia Fiorentina. L'Accademia fiorentina fu fondata a Firenze il 1&deg; novembre 1540 come Accademia degli Umidi, in contrapposizione o parodia del nome dell'Accademia degli Infiammati di Padova, appena fondata. I dodici membri fondatori erano Baccio Baccelli, Bartolomeo Benci, Pier Fabbrini, Paolo de Gei, Antonfrancesco Grazzini, Gismondo Martelli, Niccol&ograve; Martelli, Giovanni Mazzuoli, Cynthio d'Amelia Romano, Filippo Salvetti, Michelangelo Vivaldi e Simon della Volta. Entro 15 mesi dalla sua fondazione, il 25 febbraio 1541, l'accademia cambi&ograve; nome in Accademia Fiorentina, come richiesto Cosimo de' Medici.</p> <p>Il volume, che si apre con una lettera dedicatoria a Giovanni de' Medici da parte dello stampatore Filippo Giunta, datata 8 febbraio 1589, contiene in tutto trenta &ldquo;lezzioni&rdquo; e fu curato da Silvano Razzi (1527-1611), originario di Marradi presso Firenze e proveniente da una famiglia di notai, che nel 1559 entr&ograve; nell'ordine dei frati camaldolesi presso il monastero di Santa Maria degli Angeli a Firenze. Scrisse tre commedie e nel 1565 divenne membro dell'Accademia Fiorentina e amico intimo di Benedetto Varchi, che compose per lui quaranta epigrammi (1563-1564). Strinse legami di amicizia con tutti i maggiori scrittori fiorentini del
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