Leonid Aleksandrovic Uspenskij, costretto all’emigrazione dopo la guerra civile, per sopravvivere fece i lavori più diversi (fu anche minatore in Bulgaria), finché non approdò a Parigi nella seconda metà degli anni Venti. Qui scoprì la passione e il talento iconografico, che approfondì prima con studi rigorosi e poi con la pratica pittorica e l’insegnamento dell’iconografia come disciplina teologica. I suoi numerosi lavori sulle icone conobbero diverse edizioni e traduzioni. Non abbandonò più la Francia, ma poté tornare a insegnare anche in patria, presso l’Accademia teologica di Leningrado.