(San Francisco 1930) poeta statunitense. Laureatosi in antropologia, ha viaggiato a lungo in Oriente, particolarmente in Giappone, dove ha trascorso un periodo cruciale di studio e di meditazione in un monastero zen. La sua poesia, tra i prodotti più significativi della «beat generation», riflette la tensione fra cultura occidentale e cultura orientale. Lo studio appassionato del mondo dei pellirosse ha contribuito alla sua concezione magica del ruolo del poeta. Le sue predilezioni per l’haiku giapponese e la poesia oggettuale degli imagisti (? imagismo), insieme a una vigile interrogazione della natura, sono avvertibili nella sua prima raccolta di versi, Riprap (1959). In Miti e testi (Myths and texts, nt), dello stesso anno, S. cerca di risalire dalla rappresentazione del puro processo naturale al «mito» che ne è stato fatto dagli uomini e dalla loro cultura. Nel 1966 ha pubblicato Una serie di poesie (A range of poems, nt) e nel 1968 Il territorio interno (The back country, nt), cui hanno fatto seguito Manici d’ascia (Axe handles, 1983, nt) e Niente natura (No nature, 1992, nt). Nel 1975, col libro di prose e versi l’Isola della Tartaruga (Turtle island), S. ha vinto il premio Pulitzer. In Nel mondo selvaggio (The practice of the wild, 1990) ha espresso la sua visione ecologista della società, che permea anche le opere successive: Montagne e fiumi senza fine (Mountains and rivers without end, 1996, nt), Ri-abitare nel grande flusso (The Gary Snyder reader, 1999), raccolta di prose, poesie e traduzioni, Pericolo sulla vetta (Danger on peaks, 2004, nt), Ritorno nel fuoco (Back on the fire, 2007, nt) raccolta di saggi.