Se, nel terzo capitolo, le atmosfere iniziavano ad essere più cupe, è da questo libro che la storia incontrerà il suo punto di svolta, con l'arrivo dei "fantasmi" che hanno tormentato Harry quando era solo un bambino. Insieme a questo importante punto di svolta, ci saranno altri avvenimenti fondamentali per la crescita dei personaggi e per la loro maturazione personale e collettiva. Sicuramente un'opera più adulta delle prime.

Strane sparizioni sia tra i maghi che tra i babbani, Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quidditch, la cicatrice di Harry che brucia dopo uno strano sogno, ecco i segnali che qualcosa sta cambiando nel mondo magico. Come se non bastasse, il nome di Harry Potter esce dal calice di fuoco, sarà il quarto campione del Torneo Tremaghi (torneo di magia tra le scuole di Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang). Si inizia a temere che chi abbia messo il suo nome nel calice voglia la sua morte, tant'è che anche Sirius torna per vegliare su di lui, ma, contro ogni previsione, niente colpisce Harry, almeno fino alla terza prova. Lì infatti, il più fedele servo di Lord Voldemort riesce a far incontrare Harry con il Signore Oscuro. Lord Voldemort è tornato, ma chi crederà alla parola di un giovane maghetto? Il racconto è ricco di dettagli, alcuni dei quali si comprenderanno pienamente solo alla fine della saga. È geniale il fatto che alcuni particolari, che a questo punto della saga sembrano quasi ridicoli, si rivelino in tutta la loro serietà solo più avanti. Così come tutti gli altri libri della saga, la narrazione è vivace e incalzante, i personaggi si evolvono, ormai i protagonisti sono adolescenti, ma tuttavia non si perdono le loro peculiarità. La versione in inglese è molto semplice da leggere, nessun termine troppo ricercato o particolare, anche la struttura delle frasi è accessibile a chiunque conosca un minimo la lingua.

Fantastico. Adatto a tutti, grandi e piccoli.