Un racconto surreale, satirico e grottesco, stranamente credibile nonostante la sua follia. Il mago Woland e il suo seguito giungono a Mosca, provocando disordini e inspiegabili eventi. Il caos si percepisce in ogni capitolo, ognuno dei quali ci porta a conoscere un nuovo personaggio, concludendosi in un'incredibile atmosfera di mistero. Innumerevoli persone che, direttamente o indirettamente, si imbattono nel bizzarro gruppo e che, come vittime di una strana epidemia, ne vengono in quale modo influenzate. Dalla seconda parte in poi, l'atmosfera cambia e incontriamo i due reali protagonisti, il Maestro e Margherita. La narrazione si intervalla ed intreccia con un'altra storia, ambientata secoli e secoli prima a Gerusalemme. Un libro che scorre velocemente, tra continui colpi di scena ed eventi soprannaturali e a volte macabri, che vengono narrati con leggerezza e ironia. Un contrasto che cattura, una fusione di generi incredibile.
Il Maestro e Margherita
L’eterna lotta tra bene e male, innocenza e colpa, razionale e irrazionale, illusione e verità. Un capolavoro della letteratura russa.
«E, per finire, mi viene in mente una cosa che scrive uno scrittore italiano che si chiama Giorgio Manganelli, che quando deve recensire un romanzo russo di Gončarov (Gančaróv) che si intitola Oblomov (Ablómav, più o meno), lui dice, più o meno, che Oblomov è un libro che non si può recensire, perché o lo avete letto, ‘e vi ha sedotto’, o non l’avete letto, ‘e allora, per favore, non perdete altro tempo con queste fatue righe, e andate a leggerlo’. Ecco. Il Maestro e Margherita, uguale». Paolo Nori
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Autore:
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Edizione:3
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Sarah_g. 16 febbraio 2025Surreale e meraviglioso!
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caleido 29 dicembre 2023una fantasia tanto dolce quanto assurda
“Chi ti ha detto che al mondo non esiste un amore autentico, fedele, eterno? Sia mozzata la perfida lingua al mentitore!” ❤️
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Marzia Carbone 18 maggio 2018
Un classico che dovrebbero leggere tutti, anche se forse non abbastanza famoso in Italia quanto, invece, meriterebbe. Un Bulgakov come sempre grottesco, simbolico e che allo stesso tempo dipinge una situazione realistica dell'Unione Sovietica del tempo, pur con elementi anche molto fantastici, tanto che a volte è difficile capire di quali parti della vicenda "ci si possa fidare" e fino a dove si spinga l'immaginazione di questo strepitoso autore, dal quale è difficile staccarsi una volta che ci si comincia a affezionare.
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