Mastrantonio

Mastrantonio, l'opera di esordio di Gioa Gentile mi ha regalato vivide emozioni. Questo romanzo, grazie ad aspetti fortemente autobiografici, traccia un complesso ritratto di una famiglia durante un periodo storico particolarmente interessante. Il protagonista della storia è un violento ed approfittatore, quel tipo di uomo che non può mai rinunciare né accettare la sconfitta; circondato da personaggi che cerca di piegare al proprio volere, ma la cui forza d'animo emergerà prepotente grazie anche alle difficoltà che si offrono a chi deve sopravvivere ad un simile individuo. Molti sono i personaggi e le situazioni che mi hanno colpita; alcuni per la loro estrosità, altri perché in essi traspare chiaramente come, anche nei momenti più oscuri, la vita riesca a reclamare il suo tributo, forgiando profondi legami, altrimenti improbabili. La storia non mi ha coinvolta subito, ma quando l'ha fatto non riuscivo a staccarmene, tanto che ho finito il libro tutto d'un fiato.

Una trama avvincente, anche per la sua circolarità (dal 1968, fino alla fine dell’Ottocento e ritorno). Scrittura mai banale, e straordinaria capacità di narrare grandi drammi (le due guerre mondiali, 2 terremoti) senza alcun manierismo, senza esagerazioni patetiche, ma - ed in questo io ho riscontrato una capacità straordinaria, e comunque da me molto apprezzata - trasmettendo una partecipazione emotiva, una capacità di immedesimazione quasi fisica, tangibile, dell'autrice alle vicende dei "suoi" personaggi. il lettore si sente lì, in trincea e/o sotto le macerie di Avezzano. Geniale, poi, l'inserimento di personaggi realmente esistiti (Padre Pio, Raffaele Bendandi, scienziato autodidatta di Faenza "terremotista"). Tenera, infine, l'allusione finale dell'autrice a s stessa, bambina lettrice.

Mastrantonio mi è piaciuto molto perché realtà, storia e fantasia si affiancano e si fondono molto bene, anche negli episodi tristi e meschini del protagonista che, in un caso, rimandano, ahinoi, a un passato molto recente. I colpi di scena sono più d'uno, non solo quello finale, e ti fanno venire voglia di leggere subito il capitolo successivo e poi quello dopo, e poi un altro... Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e mi piaccioni per come sono: ti appassioni ad uno, finché non entra in scena un altro che ruba la tua attenzione. Il cattivo è cattivo e non può essere altrimenti, i buoni sono buoni e se sembra che non lo siano... beh, hanno i loro buoni motivi per comportarsi così. Non voglio svelare nulla: questo libro va letto e condiviso.