Balzac profuse tutte in questo libro le sue idee di una amministrazione pubblica perfetta immaginando un paese montano, nei pressi di Grenoble, in cui grazie alle intuizioni e alle scelte del dottor Benassis, medico, nonché sindaco del villaggio, la popolazione da uno stato di indigenza passa a uno di prosperità, non solo materiale. Che il sanitario sia una specie di benefattore è indubbio, tanto più che viene da un’esperienza parigina tutt’altro che edificabile, per non dire riprovevole, ma l’uomo desidera riscattarsi e vi riesce pienamente, come ha modo di constatare un vecchio soldato, il comandante Genestas, giunto fin lì per farsi curare per malanni non ben precisati. E’ un mondo nuovo quello fondato da Benassis, basato sulla fede e sul lavoro, in pratica sul cattolicesimo e sul capitalismo. Quest’ultimo è indispensabile per avviare le prime attività che consentono l’avvio di un timido benessere e poi una crescente diffusione della ricchezza ed è allora che diventa importante la religione, per temperare la spinta dei nuovi investimenti, per finalizzarla a scopi più elevati di quello che può essere il risultato economico del singolo, volgendola invece a portare in palmo di mano un interesse collettivo. Per fa questo occorre una forza morale e questa viene data dalla fede, da un sentimento comune di appartenenza. Verrebbe da pensare al famoso motto: tutti per uno, uno per tutti. Si tratta di una bellissima idea su cui fantasticare, ma idea resta, inapplicabile tale e quale è stata concepita. Il medico di campagna finisce così con il diventare un esempio di quello che dovrebbe essere il buongoverno, con l’aiuto di felici descrizioni dell’ambiente e di proficue conversazioni che fanno dimenticare lo stile inevitabilmente un po’ datato, ma comunque mai greve, un’opera insomma che mette in luce altre caratteristiche di Balzac, un autore che dopo quasi due secoli è sicuramente ancora apprezzabile.
Il medico di campagna
Monsieur Genassis, medico parigino deluso e stanco della propria condotta dissipata, si è trasferito in un villaggio della Savoia dove ha indossato i panni del «missionario» e trasformato una massa di contadini poveri e disperati, sepolti in una vallata buia e malsana, in una comunità prospera e felice che lo ha ripagato della generosità eleggendolo sindaco. È qui che viene a cercarlo, guidato dalla fama del personaggio, un ex ufficiale napoleonico, Genestas, col recondito intento di affidare alle sue cure il figlio adottivo malato. Nessuno dei due sa chi è veramente l'altro, ma appare presto evidente che l'uomo di scienza e l'uomo d'armi sono fatti per intendersi e incarnano lo stesso bisogno di verità e di moralità. Attorno alle loro lunghe conversazioni, nelle quali si confidano ideali e momenti delle rispettive vite, ruota un testo praticamente privo di azione. Scritto nel 1833 e poi collocato nella "Commedia umana", tra le Scene della vita di campagna, il romanzo offre a Balzac il pretesto per ricostruire il piccolo universo di un villaggio rurale, ma soprattutto per raccontare un esperimento di «buon governo», una fuga dalla società borghese che è in realtà una fuga dalla storia verso l'utopia. Introduzione di Ferdinando Camon.
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Edizione:4
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Anno edizione:2019
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Renzo 22 settembre 2022Un mondo ideale
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