Meglio poter scegliere. I referendum del 1995 e la battaglia per la televisione commerciale - Alberto Mingardi - copertina
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Letteratura: Italia
Meglio poter scegliere. I referendum del 1995 e la battaglia per la televisione commerciale
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Descrizione

Mingardi disseziona il paternalismo mediatico di ieri, pensando anche al mondo dei social media di oggi. «La televisione» scrive «fece esplodere le ipocrisie di un sistema. Chissà che questo non sia accaduto, non stia accadendo, con la complicità di altri modi d'intrattenersi e d'informarsi.»


L'11 giugno 1995 gli italiani furono chiamati a votare per dodici referendum. Tre riguardavano la televisione commerciale, uno di questi mirava a ridurre la pubblicità durante i film, limitandola all'intervallo fra il primo e il secondo tempo. Il responso delle urne fu clamoroso. Gli elettori interpretarono il referendum come una questione di libertà e bocciarono a larga maggioranza i quesiti, difendendo la televisione che avevano contro le vaghe promesse circa quella che avrebbero potuto avere, e rivendicando il proprio diritto a scegliere quali e quanti canali guardare. L'esito referendario fu cruciale per il prosieguo della carriera politica di Silvio Berlusconi e incise anche sulla retorica e sulle proposte del centrosinistra, che l'anno successivo avrebbe vinto le elezioni. E allora perché ci siamo dimenticati di quel referendum? Alberto Mingardi ricostruisce il dibattito di quei mesi sui pericoli della concentrazione del potere mediatico e sui timori relativi all'impatto culturale di questo medium e alla sua capacità di condizionamento dell'opinione pubblica. La crisi del vecchio sistema politico, infatti, fu anche quella del suo apparato mediatico: l'«unica rivoluzione liberale che c'è stata» in Italia è stata proprio la tv privata, emersa nonostante l'ostilità della politica e il peso del monopolio pubblico. Polarizzazione politica, riduzione del teatro democratico al contesto domestico, semplificazione e banalizzazione dei messaggi: le accuse rivolte per anni alla televisione sono in realtà accuse ricorrenti verso ogni nuova tecnologia della comunicazione.

Dettagli

10 giugno 2025
420 p., Rilegato
9788804804208

Conosci l'autore

Foto di Alberto Mingardi

Alberto Mingardi

1981, Milano

È professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università IULM di Milano e dirige l’Istituto Bruno Leoni. Ha curato edizioni critiche di R. Cobden, E. Kedourie, V. Pareto e H. Spencer. Per il Mulino ha pubblicato Capitalismo (2023) e Libertà contro libertà. Un duello sulla società aperta (2024), scritto insieme a Emanuele Felice.Tra gli altri scritti, La verità, vi prego, sul neoliberismo. Il poco che c'è, il tanto che manca (Marsilio, 2019), L' intelligenza del denaro. Perché il mercato ha ragione anche quando ha torto (Marsilio, 2020).Fonte immagine: Mulino Editore

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