Molto interessante e complesso
I miei piccoli dispiaceri
Una storia luminosa in cui dolore e amore sono intrecciati a doppio filo, in cui a ogni pagina, dopo aver versato una lacrima, si scoprirà di poter ancora ridere di gusto per tutto quello che nella vita continua a risplendere.
Elf è una pianista di successo, invitata a esibirsi nei teatri piú prestigiosi; dalla vita ha avuto tutto: talento, fascino, un compagno che la ama. Ogni cosa le è sempre riuscita facile, tranne essere felice, tranne farsi andare bene il mondo cosí com'è. Yoli invece del mondo cosí com'è ha imparato ad accontentarsi sin da piccola; ha imparato con gli anni a non occupare il centro della scena, indossando i panni sgangherati di una buona perdente. E cosí, anche tra mille piccoli fallimenti esistenziali, Yoli riesce ancora a sorridere di sé e ad andare avanti senza farsi troppe illusioni. Ed è con questo spirito disillusamente ottimista che accoglie la notizia che Elf, poco prima di una tournée, ha provato a uccidersi: con la convinzione che mettendo in piedi una squadra di supporto, composta da tutte le persone che la amano, sarà possibile farle capire che in questo mondo imperfetto vale la pena di restarci proprio perché è imperfetto. Eppure, a volte, l'amore non basta...
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2022
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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GF 06 ottobre 2022
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EvadiPalma 20 settembre 2022"IMPD", da Coleridge a Miriam Toews
I miei piccoli dispiaceri, "IMPD", come aveva scritto sul muro la piccola Elf prendendo in prestito un verso di S.T. Coleridge ("all my puny sorrows") e come, ora che ho faticato a staccarmi da questo libro, avrei l'impeto di fare anch'io appena vedo pararsi davanti ai miei occhi un muro troppo candido per i miei gusti. "Cos'altro fa la violenza, se non tornare nel nostro stesso sangue e nelle nostre stesse ossa?": questa è una domanda che ripetutamente si propone alla mente di chi ha conosciuto il dolore, quando, almeno per un momento, si è stati toccati dal sospetto che il patimento abbia fatto capolino nella nostra vita perché non sarebbe potuto essere altrimenti. Un libro assolutamente devastante, impregnato di dolore ripetuto e scalfito nelle esistenze dei suoi protagonisti, ma anche un libro di guarigione. Nelle pagine - fortemente autobiografiche - di Miriam Towes c'è un'enorme sofferenza, luttuosa e sospirata oppure urlata fino a far tremare le corde vocali quando non ci sente nessuno nell'aria ovattata degli abitacoli delle nostre automobili, ma c'è anche tanta resistenza, tanta ribellione al cupo dolore. E quale altra forma di resistenza sa essere più tenace di quella che si affida alla poesia?
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Anna D'Alessandro 01 dicembre 2017
Il romanzo narra la storia di una strana famiglia patriarcale canadese di religione mennonita, spassosa e tragica insieme, la cui vita è polarizzata tra due sorelle, Elf e Yoli, che più diverse non potrebbero essere: talentuosa, divertente e bellissima la prima, pianista di successo, quanto sconclusionata, sul lastrico e scalognata la seconda. Per ragioni imponderabili, quella che cerca in tutti i modi di suicidarsi è la sorella a cui le cose vanno bene. All’altra non resta che cercare di impedirglielo, con i poveri mezzi con cui si può cercare di evitare di essere lasciati per sempre da qualcuno che ami con tutte le tue forze.
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