Il primo quarto di romanzo pare una fiaba morale intorno al desiderio, resa con una scrittura elegante e non priva di ironia. Terminata la visita dello Scià a Vienna, il tono cambia radicalmente. Attraverso le vicende di vari personaggi, tra cui spicca il barone Taittinger, si respira l’aria di fine impero dell’Austria Felix, un crepuscolo inesorabile e malinconico, non percepito dai più se non quando è ormai tardi. L’aristocrazia va verso la rovina, ripetendo vecchi rituali e restando sempre sulla superficie delle cose, in una sorta di eterno gioco senza responsabilità. La borghesia accresce i propri affari (leciti o meno) e il popolo si arrangia come può. Tutti sono immersi in un sistema sociale dove lo scandalo pubblico è il massimo disonore, ma l’ipocrisia (insieme al denaro) copre molti peccati. I giornali paiono già affetti dai mali dell’odierno sistema mediatico: come suggerisce la chiusa del romanzo, al pubblico interessa il simulacro, il ‘mostro’, non i sentimenti o la natura interiore delle persone. Roth al contrario ha mano felice nel passare da un carattere all’altro, tratteggiandone con efficacia le psicologie.
La milleduesima notte
Un'avventura erotica dello Scià di Persia nella Vienna absburgica. Un romanzo dove l'autore torna a essere la pura voce senza nome della favola e muove i suoi personaggi in una spietata partita a scacchi di cui nessuno di essi può essere consapevole e che segnerà, per tutti, la rovina. Intatta, alla fine, rimane solo una collana di perle attorno a cui tutta la storia aveva occultamente ruotato. «Il capolavoro di Joseph Roth, l'esito estremo della sua asciutta disperazione e del suo struggente amore di vivere». (Claudio Magris)
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Edizione:8
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Anno edizione:1991
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Loris 30 marzo 2025
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Pierrenzo 08 gennaio 2022Bel libro
L'ho letto perché avevo letto la Leggenda del Santo Bevitore e l'ho trovato molto avvincente perché ti da l'impressione di trovarti veramente a Vienna nel periodo storico di riferimento e poi perché, per gli appassionati di equitazione, ci sono descrizioni molto vivide sul tema.
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Au 01 novembre 2021
Già dal titolo, "La Milleduesima notte", questo romanzo richiama alla mente ambientazioni esotiche, appunto da mille e una notte; abbiamo infatti un sovrano persiano e racconti di terre lontane, ma questa è la "milleDUEesima" notte, questa è una storia completamente diversa. Non è la Persia ad essere esotica, è Vienna l'esotica terra del mistero, la custode degli usi, costumi e misteri del lontano occidente. La visita dello Scià di Persia alla capitale asburgica è l'espediente narrativo che dà il via alle vicende dei protagonisti, l'evento scatenante di una serie di reazioni a catena, le quali vedono incontrarsi e scontrarsi le vite della giovane Mizzi Schinagl, del barone Taittinger e di una serie di personaggi minori. Al centro dell'intreccio, come motore dell'intera vicenda, una preziosissima collana di perle, causa di ricchezza ma anche di perdizione, per chiunque ne entri in possesso. Siamo dunque di fronte a un romanzo che riflette, in primo luogo, sul caso, su come sia facile che la propria vita cambi nel giro di una notte, solo grazie a una casualità. In secondo luogo, viene posto l'accento sull'importanza delle decisioni; su come sia facile decidere a cuor leggero (senza preoccuparsi dei danni che si potrebbero arrecare al prossimo), e su come poi queste decisioni prese con leggerezza finiscano poi per ritorcersi contro, chiedendo un ipotetico "conto".
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