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Morte cerebrale e donazione degli organi. I dubbi e le indagini di una madre che ha donato gli organi del figlio - Renate Greinert - copertina
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Descrizione


Il confine tra la vita e la morte si fa ancora più sottile quando a parlare è una madre orfana del proprio figlio. Nel 1985 Renate Greinert ha perso Christian a causa di un incidente stradale. Attraverso il consenso alla donazione degli organi, Christian - dichiarato in stato di morte cerebrale - è stato di aiuto a diversi bambini in tutta Europa. Ma dopo vent'anni di studi e ricerche, sua madre non ha ancora smesso di interrogarsi sulla propria scelta. Un racconto doloroso e a tratti scioccante che invita a considerazioni talvolta scomode e controcorrente. Come deve essere considerato un donatore di organi subito prima del prelievo? Un cadavere, come sostiene la trapiantologia, oppure un morente e quindi, come tale, una persona ancora in vita? Quali interessi si nascondono dietro l'equivoca medicina dei trapianti? Cos'è la morte se non un processo naturale che necessita di un proprio tempo per svolgersi? Affidandoci ciecamente alla scienza o alla religione corriamo il rischio di perdere il senso della nostra volontà individuale. Talvolta l'esperienza di altre persone può essere d'aiuto per formarci un'opinione o mettere in discussione quelle che già abbiamo.
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Dettagli

2009
1 gennaio 2009
202 p., Brossura
9788862290593

Valutazioni e recensioni

Paola Barsotti
Recensioni: 5/5

Oggi che la donazione degli organi è un argomento proposto come ultimo atto di generosità quasi dovuto, in questo libro si rivendica tutta la dignità della morte, il rispetto del dolore dei parenti, la sacralità del momento, la considerazione del morente. Si denunciano gli interessi che stanno dietro al trapianto d'organi, la fretta di dichiare cerebralmente morto un possibile donatore, la bramosia di organi giovani. Scritto da una madre che ha perso il figlio quindicenne in un incidente stradale e che, dopo aver accettato di donarne gli organi, si è resa conto a posteriori di essere stata spinta a farlo dalla drammatica situazione in cui si trovava, è pieno di un sentimento che solo una madre che ha vissuto questa sconvolgente esperienza può riuscire trasmettere al lettore. Lei ha fatto del diritto/dovere al consenso per la donazione il suo motivo di vita andando a vedere cosa c'è dietro alle donazioni, oltre alla parte strettamente emotiva che viene proposta dagli addetti ai lavori. L'autrice non prende posizione pro o contro, dice solo che le persone devono sapere, devono essere informate correttamente e devono essere rispettate qualunque sia la loro scelta. Consideriamo che l'evento di cui il libro parla è accaduto nel 1985, oggi l'accertamento di morte cerebrale, almeno in Italia, è molto accurato e si avvale di prove documentate. Questo non obbliga però a sentirsi in colpa se abbiamo un punto di vista diverso rispetto alla donazione di organi.

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