La letteratura colombiana si sviluppa come specchio e coscienza critica di un paese attraversato da contrasti laceranti: foresta pluviale e città, memoria e oblio, violenza e incanto. Dalle prime cronache coloniali – redatte in spagnolo con intento documentario e apologetico – si passa, nel corso del XIX secolo, alla letteratura indipendentista, ancora improntata a un modello classico e retorico, in cui dominano poemi epici e romanzi a tesi, funzionali alla costruzione dell’identità nazionale. L’opera più celebre di questo periodo è María (1867) di Jorge Isaacs, romanzo sentimentale in cui la nostalgia per il mondo creolo si tinge di un lirismo dolente.
Il Novecento segna la svolta verso la modernità, con autori come José Eustasio Rivera e il suo La vorágine (1924), che trasforma la giungla amazzonica in metafora di un paese ingovernabile. Dagli anni '40 in poi, la narrativa colombiana si fa sempre più impegnata, capace di affrontare i temi della violencia e delle tensioni sociali, come accade in Cóndores no entierran todos los días di Gustavo Álvarez Gardeazábal.
La consacrazione internazionale arriva con Gabriel García Márquez, Premio Nobel nel 1982, che in Cent'anni di solitudine (1967) ha dato voce a Macondo, il villaggio immaginario divenuto simbolo della Colombia e dell’America Latina. Precursore di una delle tematiche più vive della lettura colombiana, ovvero l’indagine sulla memoria e sull’identità collettiva, spesso attraverso genealogie famigliari, cronache immaginarie e microstorie di villaggi sperduti. A partire da lui, la letteratura colombiana entra in dialogo costante con il realismo magico, il post-boom e le nuove forme del romanzo storico e intimista. Grande amico di Márquez e lettore delle sue bozze, fu Álvaro Mutis, definito dal Premio Nobel «uno dei più grandi scrittori della nostra epoca». I suoi romanzi sono spesso brevi e focalizzati su personaggi che incarnano la condizione umana, con un focus su temi come la libertà, l'erranza, l'avventura e la ricerca di un significato.
Negli ultimi decenni, le voci femminili e quelle delle minoranze indigene e afrocolombiane si sono imposte con forza crescente, mentre una nuova generazione di autori – tra cui Juan Gabriel Vásquez, Pilar Quintana, Patricia Engel, Laura Restrepo – rinnova l'immaginario nazionale con romanzi che fondono riflessione storica, tensione psicologica e sensibilità globale.