La produzione poetica di Nikolaj S. Gumilëv (1886-1921), si distingue sia per un ingenuo vitalismo, sia per l’interesse verso gli elementi naturali, sia per l’adesione ai temi della contemporaneità, trattati con uno stile semplice e oggettivo. Nell’antologia proposta da Avagliano, e curata da Amedeo Anelli, troviamo versi dedicati agli animali (“Lontano, lontano sul lago Ciad / vaga una raffinata ed elegante giraffa, // È leggiadra, armoniosa con lunghe zampe, / e sulla pelle si disegnano magici segni”), ai fiori e agli alberi (“ Sono certo che agli alberi, e non a noi, / la pienezza di vita è data intera / sulla terra benigna, sorella delle stelle, / noi siamo di passaggio, e loro in patria”), alla bellezza del creato, a santi e pittori e scrittori. Tragiche sono le poesie riservate alla guerra, pur nell’esaltazione virile dell’atto eroico (“Come un cane a una catena pesante / la mitragliatrice abbaia dietro la foresta, / gli shrapnel ronzano come le api / raccogliendo un miele rosso vivo”, “Questo paese che sarebbe potuto essere un paradiso / è diventato la tana del fuoco, / stiamo attaccando da quattro giorni, / non abbiamo mangiato da quattro giorni”). O le meditazioni sulla morte, resa sacra soprattutto durante il combattimento: “Ci sono tante vite degne, / ma una sola morte degna / quella sotto i proiettili nella calma delle trincee”. Invece intenerita si presenta al lettore la memoria di figure femminili amate (“Mašenka, tu qui vivevi e cantavi, / a me, fidanzato, tessevi un tappeto, / dove sta ora il tuo corpo, la tua voce, / possibile che tu sia morta!”, “Inaspettata e audace, / di una donna al telefono la voce; / quante armonie deliziose / in questa voce disincarnata!”). Nella quarta di copertina, Daniela Marcheschi loda in Gumilëv la “ricerca poetica originale, tesa a sostituire le aure mistiche e remote della poesia simbolista con limpidezza di visione e di stile: con la parola-cosa”.
Nel giorno in cui il mondo fu creato
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"Nel giorno in cui il mondo fu creato" è la prima, ampia, antologia italiana di versi di Nikolaj S. Gumilév (1886-1921), autore russo che molta influenza esercitò sulle generazioni più giovani, nel suo paese, e di cui erano finora note, da noi, solo rare composizioni. La traduzione italiana di Amedeo Anelli, nei suoi ritmi scanditi, restituisce la voce fresca e forte di un protagonista della letteratura internazionale del Novecento: in breve, di un giovane poeta dalla vita intensa, grazie ai suoi viaggi in Europa e in Africa; all'amore ricambiato per Anna Achmatova; alla partecipazione, come volontario, alla Prima guerra mondiale di cui fu un eroico combattente; al suo rientro in patria conclusosi con la morte prematura per una condanna ingiusta. Da La giraffa a La guerra, da Canzone a Spavento stellare o a Non conosco questa vita, il lettore delle poesie di Gumilév, raccolte in questo volume, ne riscoprirà l'incontro vitale con le meraviglie naturali, gli sconvolgimenti del mondo contemporaneo e la morte. Il tutto all'insegna di una ricerca poetica originale, tesa a sostituire le aure mistiche e remote della poesia simbolista con limpidezza di visione e di stile: con la parola-cosa.
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Anno edizione:2020
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alida airaghi 24 aprile 2020
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