La scrittura di Stefano Pietri è senza dubbio “una ventata d’aria fresca” in campo letterario. Semantica diretta, fluida, accattivante e particolareggiata, ogni sua pagina scritta, diventa immagine visiva, scena in movimento; le sensazioni di udire voci, di vedere espressioni, di immaginare gli atteggiamenti dei protagonisti, entrano subito in confidenza con il lettore che verrà coinvolto, incuriosito e testimone di una storia che nonostante sia di fantasia letteraria, può tranquillamente diventare realtà per molti. Pietri dimostra un’acutezza e una perspicacia di osservazione fuori dal comune, egli infatti nella descrizione del mondo di facebook coglie le realtà , l’emozionalità e le occasioni (negative-positive), che questo social network offre nella stimolazione psicologica dell’individuo di fronte ad un mondo virtuale che stimola e solletica la parte irrazionale e introspettiva umana. Il personaggio principale è colui che vive il trasporto emozionale di un mondo che può offrire qualcosa di diverso, qualcosa che provoca il dualismo umano, quella parte di noi che spesso evita alcune azioni perché la cultura delle “regole”impone catene. Egli non ha un nome, potrebbe essere ciascuno di noi, un uomo che sceglie di ritrovare un’emozione mai dimenticata e forse enfatizzata nel tempo, un individuo che a distanza di molti anni, decide di reperire quella “prima fidanzatina” che gli aveva regalato palpitazioni e sogni, una realtà vissuta nel tempo. Rivivere le emozioni provate nel passato e proiettarle in un presente dove la maturità a volte è monotona o priva di aspettative, risentire quel batticuore mai dimenticato e gelosamente rinchiuso nei cassetti pieni della memoria, avvia il nostro personaggio alla ricerca di colei che le scaturì tutto questo. Ciò sarà per l’uomo un susseguirsi d’emozioni, di sensi di colpa verso la propria compagna, egli si sentirà desiderato, ammirato e dominatore, allo stesso tempo si odierà, per quel nuovo sentimento indefinito, quella bramosia difficile da domare, la possibilità di vivere due vite, due storie, quella dell’amore e quella dell’attrazione, quella della razionalità e quella dell’incoerenza. Un libro che ci farà riflettere dove ci renderemo conto che la storia narrata non è solo frutto della fantasia di un ottimo e attento autore, ma potrebbe essere quell’ostacolo da saltare, quella difficoltà o dubbio di fronte a noi, fragili esseri umani deboli, in balia dell’emozione e degli eventi, protagonisti dalla voglia di evadere e di sognare di essere attori principali della propria vita senza ostacoli o catene. Un libro scritto con intelligenza ed ironia; un viaggio nel mondo di facebook dove tutto è possibile, dove la virtualità può diventare realtà, dove solo la maturità dell’essere umano porta a scelte ragionate e alla conoscenza di “amici giusti”. Un itinerario descritto con la maestria da Stefano Pietri, un autore che sa fare “vedere” fra le righe ciò che con la mente ha creato; la descrizione di una verità diventata uso e costume del nostro tempo, dove vi sono spettatori seduti di fronte al pc, fredda macchina dalla quale a volte riflettono emozioni lasciandoci attoniti in cerca di risposta!. Marzia Carocci
Non credevo di trovarti su Facebook
Stefano Pietri è nato e vive a Roma. Lavora in un'azienda di telecomunicazioni. Prima e dopo, scrive. Ha pubblicato il suo primo romanzo “Uozzamericanboys” nel 2007 con Edizioni Tracce. “Non credevo di trovarti su facebook” è la storia di un quarantenne che attraverso il social network ritrova una giovane donna che, all'epoca in cui erano bambini, era stata la “sua prima fidanzatina”. Le “chiede l'amicizia” ed inizia lo scambio di messaggi che porterà i due a rivedersi dopo tanti anni. Il racconto si sviluppa sul rapporto che, quasi inaspettatamente, nasce davvero e si sviluppa in un'altalena di emozioni, sensi di colpa e mistero. Il recupero di un frammento importante del passato, ricollocato nel presente, porta il protagonista a vivere un'ambivalenza di azioni e sentimenti in bilico tra la sua personalità effettiva e quella che egli ritiene più utile mettere in campo per precedere le attese di lei. Un romanzo, quello di Stefano Pietri, che ha il marchio della modernità e che sa celare nell'impianto narrativo un'acuta riflessione sulla trasformazione ineluttabile non solo dei linguaggi ma dei comportamenti sociali indotti dalla diffusione sempre più ampia di specchi virtuali come facebook, fatti di ritocchi continui alla rappresentazione di se stessi.
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STEFANO PIETRI 03 dicembre 2012
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