Ho comprato questo libro appena ho saputo della sua pubblicazione, spinta dall'entusiasmo di poter ritrovare un'autrice che avevo molto amato col precedente romanzo, Novemila giorni e una sola notte. In questo secondo libro di Jessica Brockmole ho sicuramente ritrovato quello stile scorrevole che avevo tanto amato. E ho ritrovato anche la sua passione per le storie epistolari, tanto che, anche questa volta, il romanzo è infarcito di lettere. Lettere che Clare e Luc, i due protagonisti, si scambieranno nel corso degli anni per far sì che il loro rapporto non si sfaldi e che la lontananza fisica non li porti a dimenticarsi. Clare e Luc sono due ragazzi, scozzese lei francese lui, che si troveranno a trascorrere un'intera estate sotto lo stesso tetto, in quella Mille Mots che ospita il castello in cui il ragazzo vive con i suoi genitori. Clare è una quindicenne appena rimasta orfana di padre e la cui madre è partita, tanti anni prima, alla ricerca di quell'ispirazione di cui ogni artista è affamato. Ecco, l'arte è uno dei basamenti di questa storia: artisti sono i genitori di Clare e Luc e artista è ciò che vorrebbe diventare anche la giovane ragazza. La pittura la anima e la possiede e, quando il nonno la porterà con sé in giro per il mondo, Clare scoprirà quei colori che nella grigia Scozia ha sempre ignorato. Cosa non mi ha convinta in questo libro? L'insieme della storia, che, innanzitutto, è molto molto lenta e se, inizialmente, la conoscenza tra i due protagonisti può essere piacevole e tenera, andando avanti nella lettura, purtroppo, tutto sembra appiattirsi. Anche questa volta, l'autrice ha deciso di inserire dei capitoli totalmente epistolari: quando Clare e Luc dovranno separarsi, inizierà, tra loro, un fitto scambio di lettere. A differenza del precedente romanzo, però, manca l'intensità, mancano le vibrazioni che, la scorsa volta, mi avevano fatto fremere di emozione pagina dopo pagina. I personaggi stessi sembrano piatti, quasi inafferrabili. Non sono riuscita ad affezionarmi a loro, alla loro storia, alle tragedie che li colpiranno. Il loro amore, che rimane latente durante buona parte del libro, non è riuscito a conquistarmi. I dolori che li colpiranno non sono riusciti a farmi piangere. Una lettura non totalmente da gettare, ma dalla quale mi aspettavo molto di più.
Il destino li ha fatti incontrare. La guerra li ha divisi. Ma l'amore è una promessa che custodiscono nel cuore.
"Dobbiamo separarci per forza, Luc? Il nostro mondo deve per forza cambiare? Non possiamo tornare a quell'estate in cui tutto era così bello? Non possiamo rimanere aggrappati ancora un po' ai nostri sogni?"
Quando Clare arriva in Francia, la prima cosa che pensa è che i colori siano tutti sbagliati. Non c'è traccia del rassicurante grigio della sua Scozia, ed è come se lei fosse stata catapultata in un mondo estraneo, troppo brillante. L'unico colore che fin da subito la fa sentire a casa è il castano profondo degli occhi di Luc, il figlio degli amici di famiglia presso cui Clare è ospite. Grazie alla passione comune per l'arte e la pittura, durante una magica, intensa estate, tra Luc e Clare s'instaura un rapporto di tenera amicizia; giorno dopo giorno, Luc tinge la vita di Clare di una sfumatura nuova e vivace, mentre Clare tratteggia i contorni di un'emozione che Luc non aveva mai provato prima. Ancora non lo sanno, ma quella sarà l'ultima estate spensierata della loro giovinezza. Ben presto, infatti, sull'Europa calerà l'ombra oscura della guerra, che porterà Luc a combattere in trincea e richiamerà Clare in Scozia. Ma non importa quanti anni dovranno passare e quante difficoltà dovranno superare: Luc e Clare non smetteranno mai d'inseguire il sogno di poter tornare a dipingere insieme il loro futuro. Perché nemmeno un conflitto epocale può separare ciò che l'amore ha unito...
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