Il libro di Giordano è diviso in tre parti che argomentano le idee dell'autore sul "perché bisogna uscire dall'euro", "perché il sogno europeo è già finito" e "perché questa Europa non ci piace". Senza ripetere i punti presentati nella sinossi, che illustrano storture e paradossi dei meccanismi burocratici targati UE e buchi vistosi nella rete delle convenienze degli Stati e dei cittadini, la notizia centrale è che importanti istituti finanziari di tutto il mondo, ma anche i nostri (ad esempio Mediobanca) stanno considerando sempre più da vicino l'ipotesi di break-up della zona euro, scrivono rapporti sul come e sulle conseguenze di questo scenario, si stanno attrezzando per non farsi cogliere impreparati. Semplificando formule e considerazioni, ci sarebbe una soglia-limite alla compressione che le singole economie sono in grado di subire, e questo limite è molto vicino ad essere superato. Un'altra osservazione-chiave del libro riguarda il silenzio pubblico - giornali e televisioni comprese- su questa eventualità, per non creare panico, dicono, anche se il collasso del sistema a cambi fissi sarebbe qualche cosa che indubbiamente ci riguarda tutti.
Non vale una lira. Euro, sprechi, follie: così l'Europa ci affama
"Bisogna uscire dall'euro. Subito. Da quando è entrata in vigore, la moneta unica non ha fatto che disastri: ci ha resi tutti più poveri, ha accresciuto le differenze tra i Paesi e ha trascinato nel suo fallimento il sogno europeo dei nostri padri. Oggi l'Europa è soltanto un mostro burocratico e antidemocratico, sempre più lontano dai cittadini e dai loro bisogni, che ci opprime con la sua tirannia fiscale e con una quantità di normative astruse. È l'Europa dei diktat e delle troike, che impone agli altri severità e concede a sé ogni beneficio, l'Europa che taglia le pensioni ai cittadini e le aumenta ai suoi burocrati, che chiede sacrifici a tutti, ma poi fa vivere i suoi 766 parlamentari nel lusso, spendendo 2 milioni e mezzo di euro in rinfreschi e 4 milioni per rinnovare il centro fitness interno al Parlamento di Bruxelles. E l'Europa che non riesce a risolvere l'annoso problema della seconda sede di Strasburgo: un palazzo da 500 milioni che resta chiuso 317 giorni l'anno e che moltiplica i costi di funzionamento, costringendo ogni mese i deputati a gigantesche transumanze con un'enorme massa di documenti al seguito. È l'Europa che mantiene 139 sedi sparse in tutto il mondo e 5366 addetti, di cui 33 alle isole Figi, 37 alle Mauritius e 44 ai Caraibi, dove l'attività più impegnativa è una corsa di macchinine elettriche. Costo totale, 524 milioni di euro..."
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Questo libro è molto interessante e racconta veramente la realtà dell'italia
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elvira zatelli 15 maggio 2014
tutto ottimo si legge volentieri
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