Consiglio la lettura a tutti, uomini e donne perchè la sofferenza fisica e la conseguente sofferenza emotiva colpiscono tutti in un modo o nell'altro. Nel caso specifico la sofferenza fisica descritta deriva da una patologia organica che fu descritta per la prima volta verso la fine degli anni Ottanta del Novecento e che ancora oggi non viene riconosciuta come tale dai dottori. Per questo motivo invito qualunque dottore si trovi a leggere queste righe ad acquistare questo libro che non è un trattato sulla malattia (di quelli ne sono pieni le biblioteche universitarie, ma ahimè non li apre nessuno), bensì il racconto di una donna che attraverso la scrittura trova il modo di "restituire ordine al mio percorso, per rimettere insieme i pezzi che la sofferenza ha brutalmente ridotto in frantumi e poi disperso in vari studi medici"... "affido alla scrittura la grande responsabilità di avere una funzione catartica. E' il mio atto terapeutico". E' la storia di una donna che ha vinto ogni stereotipo sulla malattia e che ha saputo trovare la libertà e la voglia di vivere nonostante tutto, assaporando la felicità nelle piccole cose. L'autrice del libro con geniale ironia abbatte il muro del silenzio e dell'ignoranza che ruota intorno a queste problematiche troppo spesso taciute. La frase che mi è piaciuta di più: "Era una sconosciuta ma ero io, era tutte le donne nel confessionale. Era Silvia, ma anche Giulia e Francesca. Era Chiara. Era una di noi".
Nonostante, libera. Il racconto come atto terapeutico
È una domenica mattina ed è in macchina con il suo compagno. All'improvviso avverte un dolore agli organi genitali, un dolore che non si può dire, ma che lei ha urgenza di raccontare anche al calzolaio sotto casa. Inizia un vero calvario fatto di frustranti visite mediche e singolari incontri: la paladina delle vesciche, il guru dell’antroposofia e una bizzarra esperta di medicina cinese, sino al giorno in cui un dottore finalmente la ascolta e le dà una diagnosi. Vulvodinia. Quando il suo disturbo sembra volerla frenare, la vita ricomincia davvero. In mezzo ci sono la paura della felicità, una festa di matrimonio che sembra una sagra, un cane psicopatico e una figlia che fa di tutto per esserci e la consapevolezza che l’unica cosa che ha senso è vivere senza rimandare. Nato come personale memoir, questo romanzo autobiografico, in cui si assapora più vita che sofferenza, esplora il mondo delle donne, la relazione con il compagno, il sesso, i tabù sociali, le asimmetrie del rapporto medico paziente.
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Anno edizione:2018
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DORIANA DI CIOLLA 13 marzo 2019
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