"Questa raccolta di poesie di Lino Manca è secondo l'autore l'Alfabeto del "compiersi" che, dovrebbero tutti conoscere "per-formarsi". Servendosi della metafora dei caratteri primi della "lingua", egli ci ha voluto indicare i rudimenti di una "sana" filosofia di vita, che dia uno scopo alla nostra esistenza, recuperando credenze, usi, costumi, che nella realtà odierna sono, in parte, venuti meno, se non addirittura smarriti. E, laddove il ricordo ancora perdura, il valore di queste memorie viene sbiadito dal rapporto esasperato ed esasperante con la "tecnica", "l'atopica deità" grazie alla quale "ci si conosce" ma non "ci si riconosce"". (Dalla presentazione di Carla Lezzi).
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Non so questa luce così fioca sulle case pallide come fiori di carta cosa mostra a te, mio altro, ancora straniero sulla soglia del possibile, queste terrazze incastonate nella notte fumante di colori primitivi sono rifugi abbarbicati nelle chiome delle circostanze che stormiscono, dove aspettare l’epilogo che viene nella cantilena del sonno di aranci, oppure sono fantasmi i colori che tolgono i tetti per truccare l’ingranaggio di ogni romanzo, nel tentativo infine di sorprendere l’ultimo sipario? Non so se ti chiamerò, appena il cielo ci ridarà le sue rose di carta. Lino Manca
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Anno edizione:2008
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