Romanzo ambientato a Venezia negli anni ’60, narra la storia di Antonio Moro, il “pittore matto di Venezia” (come ci viene presentato), raccontata principalmente da una psichiatra di un ospedale di Venezia. In realtà, procedendo con la lettura, ci si rende conto che ogni evento viene riportato secondo i punti di vista di più personaggi e ciascuno di questi aggiungerà più particolari alla storia e arricchirà la narrazione nella sua completezza: il romanzo che ne viene fuori, così, cattura letteralmente l'attenzione dall'inizio alla fine. Il tema della malattia mentale viene trattato con estrema delicatezza, ma risulta molto ben sviscerato nelle sue manifestazioni esteriori: si percepisce uno studio approfondito che sta alla base del libro da parte dell'autrice. Inoltre, il romanzo è ricco di dettagli storici e attento in ogni passaggio. Il finale, molto profondo, lascerà sorpreso il lettore, ma di sicuro lo troverà in linea con il tema principale.
