Libro che mi è risultato un po' ostico, soprattutto all'inizio. E' da apprezzare il grande lavoro di ricerca fatto da Lucarelli e molto interessante risulta il lato storico del libro. Ho trovato piuttosto difficile seguire il filo logico di tutti i personaggi: forse sono un po' troppi e mi sono persa tra le varie storie. Non mi ha particolarmente appassionato come invece avevano fatto altri libri di Lucarelli.
Il libro è ambientato a Massaua, in Eritrea, nel gennaio del 1896. Sbarcano le truppe italiane, sono soldati che tra sessanta giorni moriranno ad Adua, nella più colossale disfatta che il colonialismo europeo abbia mai subito. L'Italia cerca un posto al sole, tra le potenze. I soldati italiani troveranno nemici superiori per armamenti, numero, conoscenza del terreno. Tra gli italiani che sbarcano ce n'è uno che ha un motivo diverso dagli altri per fare il soldato in Eritrea. Poi c'è una fanciulla che sembra fragile, e anche lei, come il soldato, ha un motivo tutto particolare per stare lì.
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Anno edizione:2008
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SILVIA TABELLINI 02 settembre 2010
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EMANUELE LACOPO 12 dicembre 2009
Il romanzo ricorda, con qualche correzione nel tiro, le opere del collettivo Wu Ming, in particolare "54": su uno sfondo storico passato ben preciso, la vigilia della disfatta di Adua del 1896, Lucarelli racconta lo sviluppo parallelo delle vicende di più personaggi, senza che tale condominio all'in ... (continua) Il romanzo ricorda, con qualche correzione nel tiro, le opere del collettivo Wu Ming, in particolare "54": su uno sfondo storico passato ben preciso, la vigilia della disfatta di Adua del 1896, Lucarelli racconta lo sviluppo parallelo delle vicende di più personaggi, senza che tale condominio all'interno di uno stesso titolo comporti necessariamente il loro intrecciarsi. Rispetto ai Wu Ming si tiene un pelo più nella tradizione, scandendo dei tempi narrativi più riconoscibili, lasciando che la tragedia finale (che sia quella militare o quella del singolo) si avverta nel suo avvicinarsi. Andando dal noir al rosa, dalla ricostruzione storico-sociale al giallo, inoltre, Lucarelli tende anche a non seguire una vicenda particolare, non fa evolvere una storia corale che via via si compone grazie a quelle piccole private: i protagonisti tendono a rimanere chiusi nella loro monade, e così, saltando da una all'altra, il lettore ottiene uno spaccato di ciò che siamo stati (e siamo tuttora, il sottinteso dell'autore non è molto velato): tante vicende per dire Italia insomma, visto che forse 'italiani' non soddisfa mai pienamente nessuno. Un romanzo certamente piacevole, reso più saporito da qualche finale non pienamente soddisfatto. Qui di seguito un interessante link: http://www.thrillermagazine.it/notizie/6176/ .
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CRISTINA MARTELLA 10 settembre 2009
una noia mortale questo racconto, non succede nulla non c'è una storia non c'è un finale... arrivare alla fine è stata dura...
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