Patterns For Auto-Tunedvoices And Delay

Eliza Bagg conduce una vita musicale complessa: lavorando come cantante d'opera classica, ha fatto da solista con la New York Philharmonic, si è esibita nell'opera di Meredith Monk alla Los Angeles Philharmonic e ha girato l'Europa con il leggendario John Zorn. Oltre a produrre la propria musica sotto la veste di solista art-pop Lisel, ha collaborato come vocalist con alcuni dei più rinomati artisti sperimentali, tra cui Ben Frost, Julianna Barwick, Daniel Wohl e molti altri, suonando in locali indie rock e scantinati amabilmente squallidi. Un giorno è al Lincoln Center o al The Kitchen, il giorno dopo è in una serie ambient all'aperto di Los Angeles. È sempre stata divisa tra questi due mondi e solo quando ha iniziato a lavorare a Patterns For Auto-tuned Voices And Delay ha scoperto un modo per fonderli insieme. Patterns nasce dall'esperienza di Bagg come vocalista che canta musica rinascimentale e barocca insieme al lavoro di minimalisti moderni come Steve Reich e Philip Glass. "Ho sviluppato un sistema di elaborazione vocale che mi ha permesso di cambiare l'idea di ciò che è il mio strumento", dice Bagg a proposito della genesi dell'album, un sistema che combina il suo canto virtuoso con l'autotune e gli effetti di ritardo per creare una fusione di umano e macchina.