sperimentale, molto, pure troppo. di arduo ascolto
Pawn Hearts (Remastered + Bonus Tracks)
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Artisti:
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Supporto:CD Audio
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Numero supporti:1
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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KarloR69 07 dicembre 2021caposaldo
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Luigi Bonanomi 05 settembre 2008
Ci sono dischi che vengono dichiarati “capolavori” dalla critica, altri dal pubblico, altri ancora lo diventano per via delle vendite. Poi invece ci sono Dischi che nascono Capolavori; punto e basta. A quest’ultimi non servono le vendite, il parere di critici più o meno competenti. Loro se ne fregano di tutto e di tutti. Sono nati tali e ci resteranno fino alla fine dei tempi. Ed è proprio questo il caso di “Pawn Hearts” dei Van Der Graaf Generator. Disco che esce nel 1971; anno mitico per il rock inglese (con uscite di dischi fondamentali di Black Sabbath, Deep Purple, Led Zeppelin, Genesis; Yes; Jethro Tull; The Who e altri). Questo disco si può tranquillamente collocare nel filone del rock progressivo (precisazione che va fatta per gli amanti delle etichette). Ovviamente dicendo “Capolavoro” non sto dicendo che il disco sia di facile ascolto... anzi. Al primo ascolto potrà sembrare disordinato, cacofonico in alcuni punti, abrasivo. Ma se l’ascoltatore sarà mentalmente aperto, senza troppe barriere nelle orecchie e nella testa, se l’ascoltatore si fiderà a farsi guidare dalla voce di Peter Hammill (“il Jimi Hendrix della voce”, lo chiamavano all’epoca) e dal suo pianoforte, dal sax e dai fiati di Dave Jackson (“il Van Gogh del sax”), dai paesaggi sonori creati abilmente da Hugh Banton alle tastiere e dagli ottimi ritmi di Guy Evans alle percussioni, allora il fortunato ascoltatore capirà di avere tra le mani un pezzo di unica e rara bellezza. L’alchimia creata dal quintetto (in questo disco le chitarre le suona Robert Fripp.. oltre ad il tutto fare Hammill) saprà allucinarvi, rendere radioattiva la vostra percezione. La voce di Hammill saprà curare le vostre ferite, andrà a scovare le corde delle vostre emozioni ed a scatenarle tutte (è impressionante l’estensione vocale e la capacità interpretativa di Hammill, che non si limita a cantare ma a recitare appassionatamente i suoi versi. Se credevate che Peter Gabriel fosse unico nel suo genere, beh.. vi sbagliavate. Ha avuto un gran maestro ed il suo nome è proprio Peter Hamill) lasciandovi piacevolmente scossi. Diversi. Addentrarsi nelle singole canzoni oltre a non essere facile sarebbe anche molto lungo (il disco è composto da sole 3 canzoni lunghe; 8 nella versione con bonus tracks) e, soprattutto, potrebbe privarvi del piacere di scoprire pian piano il fantastico mondo creato dalle liriche di Hammill e dalla musica di questo Generatore. Su un disco del genere si potrebbe scrivere un libro intero.. ma solo chi lo ascolta sa veramente che le emozioni che nascono dall’ascolto di questo album sono uniche ed irripetibili, oltre che difficilissime da spiegare razionalmente.
Disco 1
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