Curt Erich Suckert (toscanissimo, nonostante le origini tedesche da parte di padre) era il vero nome di Curzio Malaparte. Lo scrittore mutò molte posizioni politiche: anarchico, repubblicano, massone, fascista, comunista. Ebbe un profilo molto ricco anche professionalmente: militare, scrittore, giornalista, regista, diplomatico, agente segreto.. Il libro narra della sua esperienza da inviato di guerra, al seguito dell'esercito alleato (a Napoli, poi anche in altre zone d'Italia). Ciò che traspare principalmente nel libro, è l'ingenuità dei soldati americani (scena simbolo il colloquio tra generale Cork, truppa e Malaparte quando arrivarono davanti al Colosseo) in contrasto con disperazione e bassezza degli italiani sconfitti. Trovo vi siano toni forti, ma il travaglio di quei tempi, soprattutto in quei territori, venga opportunamente comunicato.
La pelle
Una terribile peste dilaga a Napoli dal giorno in cui, nell'ottobre del 1943, gli eserciti alleati vi sono entrati come liberatori: una peste che corrompe non il corpo ma l'anima, spingendo le donne a vendersi e gli uomini a calpestare il rispetto di sé. Trasformata in un inferno di abiezione, la città offre visioni di un osceno, straziante orrore: la peste – è questa l'indicibile verità – è nella mano pietosa e fraterna dei liberatori, nella loro incapacità di scorgere le forze misteriose e oscure che a Napoli governano gli uomini e i fatti della vita, nella loro convinzione che un popolo vinto non possa che essere un popolo di colpevoli. Null'altro rimane allora se non la lotta per salvare la pelle: non l'anima, come un tempo, o l'onore, la libertà, la giustizia, ma la «schifosa pelle». Come ha scritto Milan Kundera, nella Pelle Malaparte «con le sue parole fa male a se stesso e agli altri; chi parla è un uomo che soffre. Non uno scrittore impegnato. Un poeta».
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Anno edizione:2015
La pelle
Oggi vorrei parlarvi di questo libro, "La pelle" di Curzio Malaparte, edito Adelphi. 1943, l'esercito di liberazione degli alleati entra a Napoli ma non è un vento di liberazione quello che porta sulla città, ma un vento nero che si abbatte su uomini e donne pestilenziali, corrotti nell'anima, sprofondati nell'orrore, esasperati. Alcune scene di questo libro sono intrise di sangue e devastazione, parlo di scene perché alcuni episodi di questo libro hanno il taglio dell'opera pittorica, con contrasti tra chiaroscuri esasperati e nitidi. La scrittura di Malaparte, che non è solo l'autore ma anche il protagonista, è di una passione lucida, di una bellezza evocativa, stordente. Consiglio questo libro agli amanti della narrativa ambientata durante la Seconda guerra mondiale e a chi ama la scrittura nitida, lucida e potente. Buona lettura!

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Andrea T. 29 dicembre 2024La pelle
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Saretta78 06 ottobre 2024Da leggere
Un libro crudo, ma non quanto mi aspettassi. Un libro che secondo me deve essere letto, perché ognuno possa farsi la sua idea. Alcune scene restano indelebili nella mente.
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Sarandom 03 marzo 2024Cosa abbiamo di più caro
Me lo aspettavo molto più crudo nonostante lo sia (ahhaha), sì ho letto massimo due capitoli alla volta sia per staccarmi dal racconto che per la massa di informazioni che saltavo. I racconti della miseria, violenza, politica e riti danno la visione di quanto non contiamo davanti chi è potente.
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