“La letteratura è una forma privata di utopia.” Questa frase sarebbe sufficiente ed ampiamente esplicativa a descrivere questo meraviglioso volume la cui brevità è inversamente proporzionale alla capacità di generare quesiti e risposte all’infinito. Pena Perpetua, composto da due racconti, è un’opera dove fanno capolinea personaggi bizzarri e surreali, caratteristiche che paradossalmente li rendono quanto di più reali, in cui Ricardo Piglia gioca con il linguaggio, fonde generi, elabora idee che stravolge nel corso della narrazione. Due storie apparentemente semplici ma che in realtà sono la porta d’ingresso di un labirinto narrativo senza uscita che costringe il lettore a vagabondare ossessivamente a vuoto, e dove si amplificano le ramificazioni, le sottotrama e carrellate di discordanti riflessioni e risultanze. La scrittura di Piglia è estatica, orgasmica e sublime, pagine di bellezza, polifoniche e sensoriali, impreziosite da metafore, simboli, similitudini che donano al lettore l’inebriante piacere dello smarrimento, quel “dolce naufragar in questo mare” che è la Letteratura.
Pena perpetua
Pena perpetua si compone di due romanzi brevi. In entrambi c’è un personaggio che scrive un Diario. Il libro si apre con un trasloco da Adrogué a Mar del Plata. Siamo in Argentina nel 1957: il padre dell’adolescente Emilio Renzi è un peronista, i tempi sono cambiati, bisogna andare via. A Mar del Plata Renzi incontra Steve Ratliff, figura tragica in stile Gatsby che insegna a Renzi a vivere secondo i dettami della letteratura. Il Diario di Renzi è un tentativo di entrare nell’esistenza di Ratliff e di dare un senso alle vicende irrisolte della sua vita, riscrivendo il romanzo interminabile che ha ossessionato Ratliff per tutta la vita. Nel secondo testo il Diario è una trappola: Stephen Stevensen, scrittore irlandese vicino alle istanze dell’IRA, spia i movimenti del suo collega Ricardo Piglia, anch’egli ospite Maison des écrivains étrangers et des traducteurs a Saint-Nazaire, in Francia. Ossessivo e maniacale, Stevensen è convinto di poter usare la scrittura per prevedere il futuro: il Diario come oracolo.
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Anno edizione:2024
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DAP 27 dicembre 2024“La letteratura è una forma privata di utopia.”
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