Persiani-Sette contro Tebe-Supplici - Eschilo - copertina
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Letteratura: Grecia
Persiani-Sette contro Tebe-Supplici
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Descrizione


Leggere Eschilo significa risalire alle radici del teatro occidentale e delle concezioni etiche che sono alla base della nostra morale. Il tema che lega i drammi qui presentati è la guerra, nei suoi aspetti più drammatici. I "Persiani", la più antica tragedia rimasta e l'unica che tratti di eventi contemporanei, racconta l'epica vittoria dei Greci sull'invasore persiano. E, con geniale intuizione teatrale, i protagonisti sono non i vincitori ma proprio i Persiani sconfitti. Nei "Sette contro Tebe", l'ultimo atto della saga di Edipo, la guerra assume la forma più cruenta, cioè la guerra civile. Le "Supplici" invece mettono in scena un tema quanto mai attuale: il diritto d'asilo e la protezione dello straniero, in difesa del quale un'intera città è disposta ad affrontare la guerra. Franco Ferrari analizza nell'introduzione l'aspetto visivo e scenografico del teatro di Eschilo ponendo l'accento sui suoi significati drammatici.

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Venditore:

Libreria Internazionale Romagnosi snc
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Dettagli

Tascabile
12 febbraio 1987
320 p.
9788817166065

Valutazioni e recensioni

  • Antonio Sgalambro
    sette contro Tebe

    Se l'opera "Persiani" racconta di una guerra come un'ombra del passato, "Sette contro Tebe" racconta dentro guerra, una guerra diversa, ma piena di eticità, emozioni, corse, urla e altro ancora. Davvero suggerito

  • simoneabbafati
    I SETTE CONTRO TEBE

    Anche questa tragedia potrebbe essere un'opera di attualità sulla guerra civile, invece Eschilo evidenzia da un lato l'atmosfera di una città assediata, in preda al terrore, ma che si prepara coraggiosamente alla difesa; dall'altro il dramma di un uomo che sta per andare a combattere contro il fratello, costretto da una maledizione. L'atteggiamento dei personaggi dimostra che tutto è stato deciso dagli dei. Il giovane re Eteocle, figlio di Edipo, fermo e lucido, rivolge agli dei la preghiera di risparmiare la sua patria e gli dei cedono: Tebe sarà risparmiata, ma Eteocle non si salverà e tutta l'opera non è altro che l'inesorabile avvicinarsi della sua fine. La parte centrale della tragedia, la lunga scena in cui sono descritti gli emblemi degli scudi dei capi dell'esercito argivo e dei capi tebani, in cui la superbia degli assedianti è sistematicamente opposta alla virtù degli avversari, sembra suscitare una speranza, ma alla fine, al momento culmine del dramma, Eteocle accetta di battersi perché vittima della maledizione, e quindi i crimini della sua stirpe (è figlio di Edipo) sono causa del suo destino a cui non può sottrarsi: ci troviamo di fronte alla giustizia divina che punisce i colpevoli nei loro figli, provocando altre colpe ed altre pene, una giustizia sconcertante per noi moderni dove gli dei possono tutto e gli uomini rischiano tutto.

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Foto di Eschilo

Eschilo

(Eleusi 525/24 - Gela 456/55 a.C.) tragediografo greco.La vita e le opere Nato da ricca famiglia a Eleusi, lo si volle per questo adepto dei misteri eleusini, tanto più che pare fosse processato e assolto per averne violato inconsapevolmente il segreto; ma gli elementi eleusini non hanno peso nella sua opera. Fu attore e musicista, oltre che poeta. Di capitale importanza la sua partecipazione diretta alle guerre persiane, che contribuì a definire la sua visione della storia e del ruolo di Atene. Fu in Sicilia alla corte di Ierone di Siracusa, dove entrò in contatto con i circoli pitagorici e ritornò anche dopo il successo ottenuto con l’Orestea (458 a.C.).Su 73 titoli tramandatici (ma non si può accettare questa cifra, se non come indicazione della fecondità artistica del tragediografo) sono...

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