Pippo Calippo e la carbonara del destino

Spero proprio che ci sia davvero un seguito, come il finale sembra promettere. Perché già non riesco a stare senza, l’avrò riletto almeno cinque volte! Pippo crea dipendenza, in senso buono ovviamente!

Storia avvincente e spiritosa, disegni di qualità sopra la media e grafica eccellente. Da YouTube all’editoria, Pippo Calippo è sempre garanzia di qualità, e il suo dialetto calippeggiante assicura il buonumore.

La mia opinione conta poco in generale, naturalmente, ma conta ancor meno in riferimento alle illustrazioni, che non sono il mio campo. Posso dire solamente che, a parer mio, sono state realizzate molto bene e che impreziosiscono il prodotto libro e l'immagine del protagonista. Però si tratta di un parere personale e nulla più. Per mestiere ho a che fare perlopiù con le parole, e forse il mio parere può essere di un’inezia più qualificato nell’aspetto testuale. E su questo aspetto ritengo che gli autori abbiano fatto un lavoro egregio. Quando ci si trova di fronte a un libro così breve si ha sempre il rischio che qualche argomento possa essere trattato in maniera non adeguata, o comunque non come si vorrebbe o come il lettore si attenderebbe. In questo caso, invece, tutti gli elementi che chi conosce bene Pippo Calippo riconosce subito come “pippeschi” - mi si passi il neologismo - sono stati condensati ed esposti con grande maestria. Come gli strumenti di un’orchestra, ognuno ha il proprio spazio precisamente assegnato, suona il proprio spartito nei tempi e con le modalità giuste e concorre a una sinfonia che è insieme gradevole, divertente, mai banale, di semplice e immediata fruizione senza però rinunciare a quell’ironia sottile e raffinata che contraddistingue Pippo Calippo. Insomma, vi ho ravvisato tutti gli elementi tipici della cosiddetta  “graphic novel” contemporanea, quella d’autore ovviamente, quella fatta come si deve. E ancor più mi sbilancio affermando che, se avessero scelto di narrare la stessa storia in forma letteraria pura, come un racconto lungo ad esempio, senza l’ausilio delle illustrazioni, avrebbe avuto la medesima efficacia narrativa. Posso solo immaginare cosa potrei trovare in duecento pagine. Davvero bravi, c’è poco altro da dire.