Predilezione dell'albero secco
In “Predizione dell’albero secco” mi trovo ad assecondare mentalmente un flusso verbale e ritmico che non si cura di corrispondere a un altro scorrimento parallelo di riferimenti, sia incidentali sia fondamentali, fatto avvertire, talora fatto balenare, ma non portato all’evidenza. La connessione non si opera, le parallele corrono senza collisione. Un testo che si genera da se stesso e non tenta di diventare significativo. Ecco dove sta, a mio parere, il cuore della questione e anche il suo interesse. Trionfa e soffre Broggiato in quella condizione di indicibilità sostanziale e di incomunicabilità oggettuale. La entropia è glorificata e sofferta. Preme sotto la coltre delle aggregazioni e dei lemmi una genesi intensa che non vuole coincidere con essa ed essere nominata attestandosi come realtà. C’è un parto doloroso e tortuoso che neppure il forcipe potrebbe risolvere. [...]. (Mario Luzi). In “Predizione dell’albero secco” l’amore è vissuto in uno scambio decisivo tra il femminile e il maschile della parola che si farà corpo. La predizione di quell’albero non ha in sé vendetta, ma solo desiderio di interporsi come entità fisica, come sicuro riferimento nel passaggio tra presente e futuro. [...]. (Milo De Angelis).
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Anno edizione:2024
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