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Carlo Ancelotti, uno dei grandi protagonisti del calcio italiano, racconta la sua vita con la schiettezza e lo spirito pungente che gli vengono dalle sue origini contadine. "Uno su mille ce la fa", e lui è quell'uno. Centrocampista forse un po' lento, ma caparbio e con una lucida visione di gioco, ha avuto due grandi maestri, uno agli antipodi dell'altro: Liedholm e Sacchi. Da lì, la vocazione irresistibile a fare l'allenatore. Attenendosi semplicemente ai risultati, Carletto da Reggiolo ha vinto tutto. Eppure, la sua carriera sembra un percorso avventuroso, scandito da delusioni e gioie regalate dai suoi ragazzi - fra i tanti, Zizou, il più grande, "cometa discesa dal cielo", Kakà "il secondo più forte che io abbia mai allenato, di sicuro il più intelligente" o Ronaldo "se solo si fosse impegnato un po' di più..." -, dal mantra del Presidente "Voglio vincere tutto e voglio divertire", nonché da inebrianti trionfi ma anche da clamorose sconfitte. Arrivato alla soglia del mezzo secolo, Carletto tira le somme di una vita e di una carriera fortunate, come si fa prima di prendere una decisione importante. Importante, sì, perché l'ultima parte di questa storia - gli anni più belli - è scritta in rossonero. Al Milan Carlo è il secondo allenatore per durata di servizio, appena dopo Nereo Rocco. Questo però non esclude per lui un futuro da ambasciatore del calcio italiano all'estero. Perché Carletto è un prodotto d.o.c., da esportazione. (Prefazione di Paolo Maldini)
Ci sono allenatori che si fanno chiamati "speciali", e poi ci sono quelli che lo sono senza farne un vanto.
Uno di questi è Ancelotti, ma chiamarlo allenatore è riduttivo per far capire chi è il buon Carletto, perché non si può non apprezzare una persona così buona come un tortellino romagnolo, sia come uomo che da allenatore.
Carletto ci racconta la sua vita partendo dalla sua infanzia nell'Emilia fino ad arrivare in cima all'olimpo dei migliori allenatori della storia, con in mezzo la parentesi di calciatore.
Scritto molto bene rende piacevole e scorrevole la lettura, un altro punto a favore di questo libro è che i ricavati della vendita andranno alla Fondazione Stefano Borgonovo che sostiene la ricerca per combattere la SLA.
Davvero scritto bene e divertente nei suoi tanti aneddoti
07 marzo 2017
Forse il libro più divertente di calcio che abbia mai letto. Scritto bene e in modo semplice.
Racconta la sua vita prima da calciatore poi da allenatore. Carlo Ancelotti fa capire che non è la tipica persona che vuole guadagnare soldi, ma colui che coltiva i rapporti con i propri giocatori e dirigenti e colleghi.
Racconta inediti molto divertenti e vittoriosi che provocano la "nostalgia milanista" e sempre belli da rivivere. Libro molto molto divertente che consiglio a tutti gli appassionati di calcio e non; scritto da una grande persona (prima che da un grande allenatore), Carlo Ancelotti è riuscito a coniugare umiltà e ironia. Si sorride e si riflette molto allo stesso tempo. Da leggere assolutamente, anche perché la causa è molto giusta e molto nobile.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Conosci l'autore
Alessandro Alciato
1977
Alessandro Alciato (Biella, 1977), giornalista, è coautore di Preferisco la coppa (Rizzoli, 2009), con Carlo Ancelotti, Attaccante nato (Rizzoli, 2010) con Stefano Borgonovo, Penso quindi gioco (Mondadori, 2013), con Andrea Pirlo, Il meglio deve ancora venire (Rizzoli, 2014), con Walter Mazzarri, La nostra bambina. 2006-2016 i primi 10 anni di una coppa del mondo con 23 papà (Rizzoli, 2016), con Fabio Cannavaro, e Forza gentile. La mia vita, il mio calcio (Baldini+Castoldi, 2021) con Andrij Shevchenko.
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