Opera meritatamente premiata. Testo e parole di una dolcezza infinite, parole che risuonano in centri di detenzione per dissidenti politici e malati mentali.
La prima verità
Vincitore del Premio Campiello 2016
Vincitore del premio Libro dell’Anno 2016 di Radio3 Fahrenheit – Sezione gruppi di lettura
Una giovane donna va alla ricerca del misterioso passato dei reclusi di un enorme lager in un'isola greca dove il regime dei colonnelli confinò insieme folli, poeti e oppositori politici.
E sprofonda, come il coniglio di Alice, seguendo tracce semicancellate archivi polverosi e segni magici, in una catena imprevista di orrori e segreti dove la pazzia sempre più si mostra come eterno segno dell'opposizione e della ribellione e il passato rivive in storie miracolose, in una festa del linguaggio e della parola. Nella seconda parte del romanzo la detection su follia, normalità e violenza della giovane donna si allarga al mondo contemporaneo e finisce col diventare inevitabile, sconvolgente autobiografia dell'autrice, dove il nodo del rapporto con la madre e la scoperta del fantasma della propria follia (e di quella materna) si aprono in immagini di rara forza. Unica salvezza è la parola poetica, la passione di dire e raccontare che unisce i mondi nel gesto individuale di chi ha il coraggio di cercare ancora "la prima verità".
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Anno edizione:2016
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Martinello 20 giugno 2024Romanzo magnifico
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A Leros, in un'isola maledetta dimenticata dal mondo e da Dio, accadono fatti di estrema sofferenza e violenza descritti senza mezzi termini in un enorme dove il regime dei colonnelli confinò insieme folli, poeti e oppositori politici. Si intreccia alla vicenda la tragedia dei migranti della nostra contemporaneità. Emerge da queste pagine che l'unica salvezza è la parola poetica, il coraggio di cercare ancora “La prima verità”. Un libro duro e dolorosamente bello quanto necessario.
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Un libro dalla scrittura scorrevole ma non esaltante. Ho trovato l'accostare così tanti temi della pazzia nelle sue svariate configurazioni un'operazione strana e vagamente 'di moda'... si va dal manicomio lager sull'isola di Leros, all'anoressia, alla depressione, il tutto rimescolato in un modo che mi ha lasciato, durante la lettura, una strana sensazione. Come se lungo le dolorose parole del testo scorresse un certo (immotivato) compiacimento nelle miserie dell'umanità, così dolorosamente necessarie. Ma perché? Assegno due stellette per il colossale lavoro di studio che sta dietro alla storia di Leros, per la foto di copertina e per la citazione iniziale di Ghiannis Ritsos.
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