Veramente notevole la valenza di questo piccolo libro per due principali motivi . Primo perché contribuisce alla scoperta di un autore notevole, un personaggio di grande spessore e di una forte personalità, pittore, letterato, critico che ha attraversato e conosciuto momenti veramente tragici della storia dell’Europa e della nostra civiltà. E poi il secondo motivo e cioè di come la letteratura, o l’arte comunque, possa far riacquistare anche per un poco un briciolo di quella dignità umana conculcata e calpestata dagli orrori di un lager. L’argomento non è nuovo; tanti di noi ricordano con commozione la rievocazione dell’Ulisse dantesco fatta da Primo Levi nel campo di Auschwitz ; ma in questo caso si parla di Proust ; il che è molto sorprendente, data la caratteristiche di un’opera come la Recherche.
Proust a Grjazovec. Conferenze clandestine
Tra il 1940 e il 1941 nel gulag di Grjazovec, quattrocento chilometri a nord di Mosca, un gruppo di ufficiali polacchi detenuti trova un modo decisamente inusuale, e quanto mai efficace, per resistere all'annientamento morale e intellettuale. A turno intrattengono i compagni di prigionia - accalcati in una stanza, esausti dopo le ore passate a lavorare all'aperto, nel gelo feroce dell'inverno russo - parlando di argomenti con cui hanno particolare dimestichezza. Ne nasce così una serie di vere e proprie lezioni, pressoché clandestine, sui soggetti più disparati: dalla storia del libro a quella dell'Inghilterra, dall'alpinismo all'architettura. Jozef Czapski, pittore di vaglia e scrittore, conversa di pittura francese e pittura polacca, nonché di letteratura francese. E soprattutto rievoca e commenta - citando a memoria, senza il minimo supporto cartaceo, e tuttavia con una precisione sorprendente - intere pagine della "Recherche" di Proust, opera che l'Unione Sovietica ha messo all'indice in quanto espressione paradigmatica della letteratura borghese decadente. E quello che ne scaturisce - cui abbiamo oggi accesso grazie alla trascrizione in francese che lo stesso Czapski realizza "a caldo" - non è soltanto una dimostrazione del potere del ricordo e la testimonianza di un modello singolarissimo di resistenza, ma anche una lettura di Proust di suprema finezza. Con un saggio di Wojciech Karpinski.
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Anno edizione:2015
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