Come nella tradizione di tanta letteratura sudamericana, SENSUALITA' E FANTASIA rappresentano gli ingredienti principali di questa lussureggiante e divertente "commedia", tratteggiata dalla raffinata penna dell'Autore, nella quale gli eccentrici protagonisti danno vita a gustosissime "scenette", al limite della inverosimiglianza. Il protagonista del romanzo dello scrittore peruviano, don Rigoberto, è in realtà un po' lontano dall'immaginario classico dei "personaggi" della tradizione narrativa sudamericana. Ed infatti, il suo è un erotismo "raffinato" che si lega a doppio filo alla sua cultura, alla sua passione per l'Arte e per la Letteratura, dalle quali trae costante nutrimento. Nulla a che vedere, per esempio, con la sensualità innata ed istintiva della Gabriella (garofano e cannella) di Jorge Amado,.. Ho trovato esilaranti certe sue riflessioni, interessanti certe elucubrazioni distanti anni luce dal politicamente corretto. Le sue lettere (contenute nei suoi quaderni e mai spedite) ad allucinanti personaggi, se ne segui i passaggi spesso contorti, riescono quasi a farti considerare "logico" ... quel che probabilmente logico non è. L'Autore calibra sapientemente le parole dando vita ad uno stile narrativo nel quale descrizioni minuziose (che rasentano talvolta la pedanteria) si alternano a riflessioni dal respiro più ampio. I riferimenti colti a tanta letteratura e, soprattutto, a tanta pittura, hanno a mio avviso il dono di enfatizzare il potere evocativo di quelle immagini nel caso in cui il lettore abbia all'interno del proprio patrimonio culturale quelle pre-conoscenze (ma non credo possano essere d'ostacolo a chi quelle pre-conoscenze non abbia). Lettura davvero godibilissima.
