Il quaderno dell'amore perduto

Davvero, è difficile non innamorarsi dei libri di Valérie Perrin. Anche in questo Il quaderno dell'amore perduto possiamo apprezzare l'eleganza della scrittura e la sapienza dell'introspezione psicologica che attraversa tutti i personaggi. Questo è il terzo libro dell'autrice che leggo, dopo aver iniziato con non poche remore, e devo ammettere che gli incontri con lei stanno diventando una piacevolissima, dolce consuetudine. Consigliato.

Primo libro della scrittrice Valerie Perrin che già in questo romanzo fa intravedere la grande classe che riuscirà ad esprime nei successivi romanzi. Attraverso il racconto della vita quotidiana della protagonista, si entra nelle vite di tanti altri personaggi, un insieme di racconti che si intrecciano. Justine è una giovane donna che lavora e vive a Milly che è un piccolo paese dove tutti si conoscono, situato nel dipartimento della Manica nella regione della Normandia. In questo paesino esiste una casa di riposo per anziani, le Ortensie dove Justine lavora. Il racconto si snoda tra presente e passato, della protagonista e degli anziani pazienti. Nel romanzo l’autrice usa una grande delicatezza nel descrivere i differenti stati d’animo, ed esalta la dolcezza di alcuni personaggi, soprattutto evidenzia l’importanza dell’ascolto e il custodire le memorie altrui, senza paura di farsi guidare dalle emozioni. Il finale non è scontato

Si lascia leggere con facilità e piacere, a tratti con avidità, soprattutto quando si snodano colpi di scena fino a quel punto inimmaginabili. Anche in questo libro, come negli altri della Perrin, si intrecciano storie diversesu livelli temporali distinti, dove prendono forma e si dispiegano tutte le sfumature dei sentimenti umani: il dolore, l'amore, la rabbia, l'odio e anche la gelosia, che in certi casi sono capaci di trasformare i personaggi e di spingerle ad azioni estreme. E poi la vita e l'amore, che a volte ti passano accanto, ma te ne accorgi solo poi.