Quattro sberle benedette - Andrea Vitali - copertina
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Letteratura: Italia
Quattro sberle benedette
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Descrizione


In quel fine ottobre del 1929, sferzato dal vento e da una pioggerella fastidiosa e insistente, a Bellano non succede nulla di che. Ma se potessero, tra le contrade volerebbero sberle, eccome. Le stamperebbe volentieri il maresciallo dei carabinieri Ernesto Maccadò sul muso di tutti quelli che si credono indovini e vaticinano sul sesso del suo primogenito in arrivo, aumentando il tormento invece di sciogliere l'enigma, perché uno predice una cosa e l'altro l'esatto contrario. Se le darebbero a vicenda, e di santa ragione, il brigadiere Efisio Mannu, sardo, e l'appuntato Misfatti, siciliano, che non si possono sopportare. E forse c'è chi, pur col dovuto rispetto, ne mollerebbe almeno una al giovane don Sisto Secchia, il malmostoso coadiutore del parroco arrivato in paese l'anno prima, e che sembra un pesce di mare aperto costretto a boccheggiare nell'acqua chiusa e insipida del lago. E poi ci sono sberle più metaforiche, ma non meno sonore, che arrivano in caserma nero su bianco. Sono quelle che qualcuno ha deciso di mettere in rima e spedire in forma anonima ai carabinieri, forse per spingerli a indagare sul fatto che a frequentare ragazze di facili costumi, in quel di Lecco, è persona che a rigore non dovrebbe. D'accordo, ma quale sarebbe il reato? E chi è l'autore di quelle rime che sembrano non avere un senso? Ma, soprattutto, di preciso, con chi ce l'ha? Ficcando il naso tra le beghe e i segreti della sua Bellano immaginaria e realissima al tempo stesso, in "Quattro sberle benedette" Andrea Vitali apparecchia un altro appetitoso banchetto letterario.

Dettagli

Tascabile
21 maggio 2015
384 p., Rilegato
9788811689096

Valutazioni e recensioni

  • Renzo Montagnoli

    In questo romanzo c’è il Maresciallo dei Reali Carabinieri Maccadò, il che dovrebbe essere una garanzia per un’opera di una certa piacevolezza, ma purtroppo non è così. E pensare che Vitali era partito bene, con il nostro maresciallo in attesa del primo figlio di cui desidera conoscere in anticipo il sesso e allora è tutta una serie di segnali che vengono riportati per arrivare allo scopo, tutti ovviamente privi di fondamento scientifico. Maschio sarà e nella circostanza dei giorni immediatamente successivi alla nascita Maccadò prende un periodo di ferie e la sua quasi latitanza, nonostante la presenza del brigadiere Mannu e dell’appuntato Misfatti, che sono sempre state due garanzie, finisce con l’ammosciare la narrazione, che l’autore cerca di ravvivare con una serie di lettere anonime che intendono denigrare, in termini boccaceschi, Don Sisto Secchia, il coadiutore del prevosto. Inoltre, sempre con il fine di dare fiato a un lavoro che comincia a perdere colpi, Vitali fa accentuare i contrasti fra Mannu e Misfatti, ma commette l’errore di incardinare il romanzo sugli stessi e francamente questa inimicizia finisce con il diventare noiosa, affossando del tutto quanto invece si era proposto di far riemergere. In questo modo l’opera si trascina stancamente, fra uno sbadiglio e l’altro, fino alla fine che, come d’obbligo, vede tutti felici e contenti, compreso il lettore che finalmente si è tolto dallo stomaco un mattone. E’ un peccato, ma quando si scrive tanto, con l’intenzione di far volume e non sostanza, queste cose possono accadere. Si può leggere Quattro sberle benedette, ma è veramente una gran fatica.

Conosci l'autore

Foto di Andrea Vitali

Andrea Vitali

1956, Bellano (Lecco)

Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L'ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo...

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