Questa vita. Finitezza, socialismo e libertà - Martin Hägglund - copertina
Questa vita. Finitezza, socialismo e libertà - Martin Hägglund - copertina
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Letteratura: Svezia
Questa vita. Finitezza, socialismo e libertà
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Descrizione


Passando da Agostino a Hegel, da Marx a Heidegger, da Dante a Proust, da Keynes a Hayek, Hägglund mostra come non la liberazione dalla dipendenza sociale e dal tempo sia la posta in gioco nell’autentica libertà, ma al contrario la liberazione del proprio tempo e della propria esistenza sociale. Liberazione che rende necessario, oggi più che mai, ripensare la prospettiva del socialismo democratico in cui siano i bisogni di «questa vita», il valore della nostra esistenza qui ed ora, e non l’accumulazione infinita di capitale, al centro dell’attività umana.

«Un libro importante, nuovo… Sempre lucido… Meravigliosamente liberatorio… L’ho finito in uno stato di illuminata disperazione, con una visione più chiara delle cose». - James Wood, The New Yorker

«Un’ambiziosa sintesi di filosofia, spiritualità e politica, che muove dalla questione della finitezza e termina con quella del socialismo democratico. La sua indimenticabile lezione: tutto dipende da ciò che facciamo del nostro tempo». - Oliver Burkeman, The Guardian

«Brillante… Un eccellente punto di partenza per tutti coloro che vogliono ridare nuova energia alla teoria del socialismo». - Samuel Moyn, Jacobin

Finitezza, libertà e socialismo sono i concetti attorno a cui ruota la riflessione contenuta in questo libro che, come ha scritto il New Yorker, è una di quelle rare opere dalla cui lettura si esce «con una visione più chiara delle cose», a prescindere dal fatto che si condividano o no le sue tesi. Finitezza, libertà e socialismo sono anche i termini attraverso i quali Questa vita articola la critica e cerca di mostrare l’infondatezza delle «fedi» che sembrano caratterizzare il nostro tempo: il ritorno del sentimento religioso, il concetto della libertà come autodeterminazione e indipendenza dell’individuo, la concezione economica del liberismo. Ribadire il concetto di finitezza significa innanzi tutto, per Hägglund, affermare risolutamente l’impensabilità di ogni prospettiva religiosa. La fede in una vita eterna, che è alla base di ogni argomentazione religiosa, presuppone infatti un’esistenza che non ha mai termine, che non si arresta mai. Ma un’esistenza così fatta non ha bisogno di essere sostenuta, non necessita, cioè, di alcuna attività, di alcuna cura, di alcun pensiero. L’esistenza alimenta il pensiero e ha senso soltanto in quanto è un’esistenza esposta al pericolo di finire ed è, perciò, qualcosa di cui occorre prendersi cura perché sia, perché continui ad essere. «Essere finiti – suona un passo di quest’opera – significa innanzitutto due cose: che si dipende dagli altri e si vive in relazione alla morte. Sono finito perché non posso provvedere alla mia vita da solo e perché morirò». Da questo punto di vista, anche l’ideologia dell’autodeterminazione assoluta, la religione della libertà come indipendenza dell’individuo, non ha alcun fondamento per Hägglund. Ci prendiamo cura della nostra esistenza, e agiamo nella forma più alta di questa cura, il pensiero, perché la nostra è un’esistenza fragile, intrisa di temporalità, delimitata dalla sua finitezza e dal rapporto con gli altri, innanzitutto dal mondo storico e dal passato da cui scaturisce. Passando da Agostino a Hegel, da Marx a Heidegger, da Dante a Proust, da Keynes a Hayek, Hägglund mostra come non la liberazione dalla dipendenza sociale e dal tempo sia la posta in gioco nell’autentica libertà, ma al contrario la liberazione del proprio tempo e della propria esistenza sociale. Liberazione che rende necessario, oggi più che mai, ripensare la prospettiva del socialismo democratico in cui siano i bisogni di «questa vita», il valore della nostra esistenza qui ed ora, e non l’accumulazione infinita di capitale, al centro dell’attività umana.

Dettagli

12 novembre 2020
464 p., Brossura
This Life
9788854521766

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Foto di Martin Hägglund

Martin Hägglund

Martin Hägglund insegna Comparative Literature and Humanities alla Yale University. Membro della Society of Fellows alla Harvard University, è autore di tre acclamati libri, e la sua opera è stata tradotta in nove lingue. Ha pubblicato il suo primo libro, Chronophobia, nella nativa Svezia all’età di venticinque anni. Tra le sue opere figurano Dying for Time: Proust, Woolf, Nabokov (Harvard up, 2012) e Radical Atheism: Derrida and the Time of Life (Stanford up, 2008). Vive a New York. 

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