Nulla rimane della metamorfosi kafkiana, neppure del sarcasmo feroce de Lo scarafaggio di McEwan, o di una ironica favola politica orwelliana. La lente animale è punto di osservazione dei personaggi che abitano questo racconto dal ritmo serrato e cinematografico, è ciò che permette la trasfigurazione della realtà attraverso una scrittura densa in cui pesa ogni parola. Il talento di cui l’autore dà prova è quello di catturare il dettaglio, talento proprio della grande fotografia alla Sorrentino, del grande schermo che racconta bande criminali e camorristi, ma anche cifra propria dell’istantanea poetica; alcune scene volano veloci sulla rotazione di uno pneumatico, ingrandiscono su un calcio di pistola o su un vetro rotto, catturano il bianco d’occhi sgranati nel buio, o l’alterazione cromatica della luce dalla notte al giorno, dal giorno alla notte. Riesce un effetto di tollerabilità per contrasto nel racconto della violenza, dello squallore e della sconcezza, dal momento che quel mondo insopportabile e repellente viene ovattato dalla scrittura, e ciò accade perché a descrivere la scena è pur sempre un poeta (“La notte funziona come un’illusione di eternità. A sentirla sembra avere una voce propria, un sentimento confortevole che non finisce”, l’attacco del romanzo è semplicemente lirico), anche se non mancano le espressioni gergali e i dialettismi dei guaglioni. Risulta visionaria ogni descrizione, perfino la più irrilevante, il fraseggio di tutto il romanzo è incredibile e risulta più accattivante dei dialoghi. La voce che racconta è imbevuta della verità del degrado sociale e delinquenziale, perché l’occhio ha osservato acutamente, la penna ha masticato la parola.
Il regno animale
Totò e Nina sono i fantasmi di un sentimento perduto, simile a un castello o a un silenzio. Il ragazzo è a capo di una banda di strada, Nina regge le sorti del night “Butterfly”. Entrambi sono creature legate alla natura, predestinate: uno comanda il rione degli Scavi, terra di malavita dalle mura antiche, l’altra regna nella Baia popolata dagli africani. I due si perdono e si ritrovano nel tempo, fin quando Totò va in carcere e Nina lo tradisce per Luis, uno del clan che da fratello gli diventa nemico, fino allo scontro finale. La vendetta si consuma in un luogo altro, privo di tempo, oltre l’amore, nel mistero del Regno animale. «Dove i personaggi sono parte di un disegno invisibile, pezzi di un ordine più grande, animato da un’energia superiore, priva di morale. Al di là del bene e del male».
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Anno edizione:2024
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Maria Grazia 02 gennaio 2025Sotto la lente il bestiario umano intriso di istinto
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