Sono entrato in questo romanzo come sono entrato nel cimitero della Recoleta a Buenos Aires, sperduto, circondato da nomi di uomini a me sconosciuti - generali, presidenti, politici radicali che hanno fatto la storia dell'Argentina. Perchè questo romanzo è anzitutto politico, scritto tra il 1977 e il 1980, negli anni della dittatura, quando capitava che gli oppositori al regime sparivano senza lasciare traccia. Oltre a questo, cioè oltre a dire che "Respirazione artificiale" è un romanzo politico, non so cos'altro aggiungere, o meglio non so come aggiungere, come descrivere sinteticamente i numerosi significati che Ricardo Piglia riesce a disperdere in un libro di sole 260 pagine. Si parte da una vicenda familiare attorno alla quale Emilio Renzi e Marcelo Maggi, rispettivamente nipote scrittore e zio professore di storia che non si sono mai conosciuti iniziano uno scambio epistolare e si danno appuntamento a Concordia, città della Mesopotamia argentina, tra i fiumi Uruguay e Paranà, dove vive il professore. Si arriva all'influenza europea sulla storia argentina, all'immigrazione, alla corruzione della lingua e delle idee, al confronto tra queste e la filosofia da una parte e l'etica e l'azione dall'altra. Si parte dal mistero che avvolge la fine dell'amore tra il professor Maggi e sua moglie Esperancita, si arriva a quello degli improbabili incontri tra Kafka e un giovane e fallito pittore austriaco di nome Adolf che attorno al 1910 si nasconde a Praga dopo aver disertato l'esercito e favoleggia della mitologica storia razzista letta nella rivista Ostara pubblicata da un ex frate di nome Lanz. "Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere" scriveva Wittgenstein in quegli stessi anni lasciandosi vincere dall'inevitabile falsità in cui cade il linguaggio umano, insufficiente e limitato. Piglia fa onore alla letteratura e accetta la sfida. Un romanzo non può certo cambiare la realtà ma può creare un mondo che la supera, ne frantuma la materia che è fatta di spazio e tempo e permette all'indicibile di affiorare.
Respirazione artificiale
Con la sapienza di un Faulkner e un ritmo che ricorda Raymond Chandler, Piglia conduce il lettore in quella che il New York Times ha definito «un’esperienza intellettuale indimenticabile».
«Piglia ha definito meglio di chiunque altro la letteratura argentina contemporanea, il suo canone, le sue problematiche.» - Martin Caparrós
Lo scrittore Emilio Renzi ha svelato nel suo romanzo un segreto di famiglia. Dopo la pubblicazione, riceve una lettera dallo zio, Marcelo Maggi detto "il professore", che a sua volta sta scrivendo un'inchiesta scomoda, a causa della quale teme per la propria vita. Maggi invita Renzi a raggiungerlo per consegnargli l'archivio dei documenti che ha raccolto. Nella lunga notte trascorsa in attesa del professore, Renzi incontra una serie di personaggi memorabili con i cui racconti mette insieme il puzzle della vita e del lavoro di Maggi. Respirazione artificiale è un libro di culto, uno dei pochi grandi capolavori pubblicati in Argentina durante gli anni della dittatura, di cui il genio di Ricardo Piglia costruisce una potente metafora celandola sotto il velo del romanzo poliziesco e della storia familiare.
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Anno edizione:2012
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In commercio dal:5 aprile 2012
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