Se state cercando un libro che non appartiene ad un genere specifico, che mischi elementi thriller con paranormal, urban fantasy, un po' horror psicologico allora dovete leggere questo libro. Durante la lettura mi sono ritrovato a dubitare di me stesso, totalmente spiazzato per la trama intricata ma nel modo giusto, per lo stile di scrittura particolarmente diretto e scorrevole. A un certo punto pensavo di essere pazzo come i protagonisti. Ho provato un mix di emozioni che raramente ho trovato in un solo libro
RevenHunt
Una città, due mondi. Un corpo, due anime. Una vendetta consumata sul filo che divide il thriller dall'horror. «Ora ti faccio una domanda, ragazzo. Ma tu che cazzo ci fai qui? Tu non sei come i figli di puttana che mi stringono la mano ogni sera. Sei uno che aveva una vita normale.» Cos'è cambiato in Devon? «Qui la gente si vende, si compra e muore.» Uno urban fantasy che parla dell'amore oltre l'odio e di una vendetta covata per anni. «I morti devono stare con i morti, ragazzo. Hai già visto quel che succede dall'altra parte, giusto?»
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2020
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In commercio dal:2 aprile 2020
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LibriDiTanci 27 dicembre 2024Vi farà impazzire!
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lestoriedisharazad 31 dicembre 2021Un Dark Urban Fantasy di tutto rispetto
Sarà che “il Corvo” è, da sempre, uno dei miei film preferiti in assoluto, sarà che Bellard Richmont ha la magistrale capacità di non scendere a compromessi, né a falsi perbenismi, quando c’è da andare giù pesante, sarà che la mia vena romantica ha sempre quel pizzico di lato dark (eh, ve l’ho detto che Il Corvo è uno dei miei film preferiti)… Insomma, sarà quello che volete, ma RevenHunt è un altro romanzo che ho amato quest’anno. “Una città, due mondi. Un corpo, due anime. Una vendetta consumata sul filo che divide il thriller dall’horror” RevenHunt è l’amore tra Devon ed Elise, giovane coppia che si è appena trasferita nella nuova casa, tra progetti, scatoloni e prospettiva. È qualcosa che va storto, sensazioni, cambiamenti di personalità, freddo che passa attraverso le pagine. È “le 24 del 31”, vendetta, rabbia di un padre che ha perso la figlia. La storia regge benissimo, la trama è bella, ma, secondo me, la vera differenza la fa la penna dell’autore. Che racconta situazioni e personaggi in modo estremamente coerente, evitando un perbenismo che, in questo caso, manderebbe a monte tutto. Sensazione personale: con tutta l'approvazione che Oscar Wilde avrebbe dato all'autore, sembra quasi che il romanzo nasca dalla necessità di scriverlo, più che dalla preoccupazione di compiacere il pubblico. Ed è proprio questo a renderlo così avvincente. Allacciate le cinture, perché qui si viaggia a velocità decisamente sostenuta. Accendete la radio, perchè ogni capitolo ha la sua colonna sonora, che va dai White Buffalo a Marylin Manson, passando per i green day. E mentre siete in viaggio, guardate fuori dal finestrino, colori, strade, persone. Siete nella città che vivete, e conoscete, o siete “nell’altra metà”? E ricordate: "il Chianti è meglio berlo, che usarlo come arma".
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