Il rumore del mondo
Carmine Torchia torna all'opera con un disco necessario, fuori dagli schemi rispetto al mercato discografico italiano contemporaneo ma proprio per questo capace di calzare a pennello i tempi che corrono e di raccontare il mondo esteriore e interiore con raffinatezza, tatto e spirito critico.
Torchia rinvigorisce la tradizione italiana cantautorale senza appiattirsi sugli stilemi più conosciuti del genere ma proponendo con personalità una propria via alla canzone d'autore, che sa guardare alle influenze estere e arricchirsi di scelte strumentali curate e mai in secondo piano rispetto all'aspetto lirico.
Sia che si affidi a poche note di chitarra, sia che confezioni i propri brani con organi hammond, synth frizzanti o batterie incalzanti, l'artista calabrese mostra una capacità di scrittura pregevole e sapiente.In coda poi, ne L'ultima Canzone, un testo inedito di Léo Ferré, tradotto per Torchia dalla figlia dello chansonnier, Manuela, viene portato a nuova vita, come se provenisse da un altrove indecifrabile ma proprio per questo terreno.
Anche l'artwork del disco è a cura del musicista e ritrae il cane anarchico e sociale narrato in Rùanzu, il cane, a conferma dell'estro poliedrico dell'artista calabrese.
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Artisti:
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Supporto:Vinile LP
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Numero supporti:1
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