E' un romanzo ben scritto e che vale l'esborso del suo prezzo niente affatto modico. Ma non gli assegno il punteggio massimo, leggete fino in fondo e capirete perché. Anche Åsa Larsson, come altri scrittori di gialli nordici, usa qui la tecnica collaudata del flashback, con mano più felice rispetto ad altri autori. Oltre all'intreccio del giallo, il punto di forza di questo libro sono le efficaci descrizioni della dura vita dei lavoratori minerari nella Svezia agli inizi del '900 e lo studio psicologico dei personaggi, sia del presente che del passato, specialmente l'intrepida maestrina. Per un autore di gialli è vincente ideare un personaggio e farlo evolvere col tempo, in modo da creare una sorta di "dipendenza" nei lettori, i quali, libro dopo libro, devono arrivare alla fine dell'intrigo, ma vogliono anche sapere come si evolverà la situazione personale del protagonista. Questo libro non si sottrae al meccanismo e ciò che i lettori avevano intuito nelle avventure precedenti del procuratore Rebecka Martinsson, puntualmente qui si compie. Mi ha divertito scoprire che la Larsson ha letto con attenzione "L'uomo che morì come un salmone" in Italia edito da Iperborea, un giallo superbo! Infatti, cosa mai avvenuta prima, la Larsson fa parlare alcuni personaggi in Meankieli, il dialetto della minoranza linguistica di origine norvegese della zona, l'uso di questa lingua è il fulcro del romanzo citato, che consiglio assolutamente e ho già recensito. Punto debole di "Sacrificio a Moloch": l'assecondare le mode con qualche descrizione orrorifica di troppo. Inoltre, mi ha disturbato la crudeltà dimostrata nel finale dalla protagonista nei confronti di un essere inerme, non oso pensare a cosa avrebbe fatto Rebecka in presenza di un bambino piangente e incontrollabile. Penso che queste mie considerazioni siano personali, ma condivisibili. Comunque, a parte ciò che ho evidenziato, si tratta di un buon libro per gli amanti del genere.
Se Rebecka Martinsson pensava che accettare il posto di procuratore a Kiruna significasse ritirarsi a vita tranquilla, si sbagliava. Lasciato lo studio di Stoccolma per tornare a nord, ora lavora in una terra ai confini del mondo, dove la natura vibrante e incontaminata diventa teatro dell'esplosione di passioni e istinti violenti. Quando in una casa ai margini della foresta viene ritrovato il corpo senza vita di Sol-Britt Uusitalo, Rebecka decide di indagare e scopre che una serie di morti apparentemente accidentali ha colpito negli anni la famiglia della vittima, una catena di sciagure che sembra avere inizio in un passato lontano. Era il 1914, e a Kiruna, la "città più giovane del mondo" che si preparava a vendere preziose materie prime ai paesi coinvolti nella Guerra imminente, arrivava carica di speranze la nonna di Sol-Britt, giovane e incantevole maestra di scuola affascinata dal progresso, la cui bellezza ed entusiasmo conquistano il direttore della ricchissima miniera di ferro, l'uomo più influente di tutta la Lapponia. Dimostrando una grande padronanza di intreccio, suspense e conoscenza dell'animo umano, Asa Larsson conduce la quinta indagine di Rebecka in un paesaggio rimasto immutato da allora, con i suoi personaggi ostinati, ribelli e vendicativi, e dove la forza della natura si può toccare con mano.
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Siamo arrivati in Italia all’uscita del 5° capitolo della serie che ha come protagoniste Martinsson e Mella e, ancora una volta, Åsa Larsson non tradisce le aspettative, anzi. Chi ha già letto i precedenti capitoli, potrà godere delle trasformazioni cui sono andati incontro i vari personaggi creati dalla Larsson nel tempo. La storia è stata creata ad hoc per costringere il lettore ad andare avanti, per cercare di scoprire cosa lega tra loro una serie inspiegabile di morti incidentali con la storia di una maestra di Kiruna avvenuta molti anni prima. Un crescendo di emozioni, azione e colpi di scena si susseguono ad un ritmo incessante. I vari pezzi del puzzle si allineano e si incastrano sotto gli occhi del lettore che vede così la storia prendere vita. A me è piaciuto e pure molto. Nonostante l’ipotesi formulata a metà libro si sia poi rivelata quella pensata dall’Autrice, la lettura di questo romanzo è risultata gradevole e affascinante.
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E' un romanzo ben scritto e che vale l'esborso del suo prezzo niente affatto modico. Ma non gli assegno il punteggio massimo, leggete fino in fondo e capirete perché. Anche Åsa Larsson, come altri scrittori di gialli nordici, usa qui la tecnica collaudata del flashback, con mano più felice rispetto ad altri autori. Oltre all'intreccio del giallo, il punto di forza di questo libro sono le efficaci descrizioni della dura vita dei lavoratori minerari nella Svezia agli inizi del '900 e lo studio psicologico dei personaggi, sia del presente che del passato, specialmente l'intrepida maestrina. Per un autore di gialli è vincente ideare un personaggio e farlo evolvere col tempo, in modo da creare una sorta di "dipendenza" nei lettori, i quali, libro dopo libro, devono arrivare alla fine dell'intrigo, ma vogliono anche sapere come si evolverà la situazione personale del protagonista. Questo libro non si sottrae al meccanismo e ciò che i lettori avevano intuito nelle avventure precedenti del procuratore Rebecka Martinsson, puntualmente qui si compie. Mi ha divertito scoprire che la Larsson ha letto con attenzione "L'uomo che morì come un salmone" in Italia edito da Iperborea, un giallo superbo! Infatti, cosa mai avvenuta prima, la Larsson fa parlare alcuni personaggi in Meankieli, il dialetto della minoranza linguistica di origine norvegese della zona, l'uso di questa lingua è il fulcro del romanzo citato, che consiglio assolutamente e ho già recensito. Punto debole di "Sacrificio a Moloch": l'assecondare le mode con qualche descrizione orrorifica di troppo.
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