Il mestiere dello storico dell'arte, scrive Sgarbi, è fatto di confronti continui, di avvicinamenti, di delusioni, di emozioni. Per capire un'opera occorre conoscerne molte, in una implacabile gara con se stessi e con gli altri studiosi. Il più bravo è quello che ha visto di più, che ha viaggiato di più, che ha visitato più chiese e più musei; è una caccia continua, e una continua sorpresa. Occorre classificare, catalogare, consultare libri, confrontare fotografie. Ecco, in questo mirabile libro Sgarbi condensa parte della sua attività di storico dell'arte, restituendoci perfettamente le tre prerogative che accompagnano la sua ricerca: curiosità, fiducia e fortuna. Così l'autore ci svela un capolavoro rimasto inaccessibile per secoli, oppure riconduce un'opera ad una inedita attribuzione, o ancora ci avvicina ad artisti pressoché sconosciuti eppure di grande finezza compositiva. Insomma un'ottima lettura per appassionati, con un linguaggio diretto e appassionato ed un apparato fotografico di livello.
Scoperte e rivelazioni. Caccia al tesoro dell'arte
Musei, palazzi, case d’aste e pievi di provincia sono il terreno di questa caccia al tesoro che Vittorio Sgarbi conduce in prima persona, percorrendo chilometri attraverso l’Italia, osservando le opere dal vivo, studiando i cataloghi.
“Ci sono quadri che portano in sé un mistero che appare impenetrabile, sia per l’assenza di dati di provenienza, sia per una resistenza a fornire elementi di riconoscibilità, che sono gli stessi per cui l’occhio ritrova i tratti del padre o della madre nel figlio, sentendone l’aria di casa. Quest’ultimo esercizio, per il critico, ha qualcosa di magico. È una penetrazione oltre la superficie delle immagini, per individuare l’anima dell’autore, la sua natura profonda.” Vittorio Sgarbi interpreta da sempre la sua missione di critico d’arte come un’appassionata, e inesauribile, ricerca di bellezza. Una bellezza che si mostra spesso evidente, riconoscibile, documentata, e chiede solo di essere raccontata. Ma accade talvolta che essa, al contrario, rimanga celata: perché nascosta in luoghi remoti e meno battuti, oppure annebbiata da attribuzioni frettolose e clamorosi abbagli, o ancora semplicemente dimenticata nel corso del tempo. È in questi casi che il critico si fa esploratore, detective, cacciatore di capolavori perduti. Musei, palazzi, case d’aste e pievi di provincia sono il terreno di questa caccia al tesoro che Vittorio Sgarbi conduce in prima persona, percorrendo chilometri attraverso l’Italia, osservando le opere dal vivo, studiando i cataloghi. L’occhio del critico restituisce così un patrimonio di bellezza finora sconosciuto: dalla straordinaria scoperta, diventata un caso mondiale, di un nuovo Caravaggio a Madrid al busto di Canova ritrovato in una collezione privata, dall’apparizione di nuove opere di Guido Cagnacci, Lorenzo Lotto e Guercino all’emozione di ampliare il catalogo di Jusepe de Ribera, Sassoferrato, Beniamino Simoni e Luca Giordano. Un viaggio inesauribile, che a ogni pagina rivela una sorpresa: Vittorio Sgarbi ci conduce al suo fianco nell’avventura dell’arte ritrovata.
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Anno edizione:2023
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ormos 22 novembre 2024
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