Il sempione strizza l'occhio al Frejus
«Ho scritto il Sempione, che io considero più buono di Conversazione e il mio libro migliore.»
Nella nostra famiglia siamo una casa piena di gente, e l'unica persona, tra tutti, che lavori e guadagni qualcosa è mio fratello Euclide.
Secondo dopoguerra, periferia di Milano, in una casa «col bosco di Lambrate di fronte alla cucina» un figlio racconta i propri familiari: una madre dura che serve in tavola quasi solo la cicoria selvatica che riesce a raccogliere, un marito volenteroso e remissivo, i numerosi fratelli affamati e soprattutto l'ingombrante e muta presenza del nonno, uomo vecchissimo dall'appetito formidabile e dal passato mitico. È lui infatti che ha contribuito a edificare il mondo di oggi lavorando come muratore alla costruzione di alcune tra le più importanti opere italiane: i trafori del Sempione e del Frejus, ma forse anche il Duomo, il Colosseo e le Piramidi. In un susseguirsi di riflessioni, ricordi, litigi, discussioni, Vittorini compone un ritratto familiare a metà tra cronaca neorealista e metafora poetica, in un romanzo singolare, fiabesco ed enigmatico, dove all'archetipo di un mondo originario incarnato dal nonno-elefante fa da contrappunto la crudezza della modernità con i suoi egoismi.
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Autore:
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Anno edizione:2019
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Formato:Tascabile
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