Originalissima l'invenzione che ne costituisce la trama, avvincente la narrazione. Il Lemaitre che conoscevo e amavo già dai romanzi della trilogia intitolata "Les enfants du dèsastre", e da "Lavoro a mano armata" come autore di rara capacità narrativa, creatore di personaggi e saghe degne dei classici della grande narrativa europea, qui rivela uguali capacità di narrazione e attrazione, ma stavolta al servizio di un noir di sorprendente credibilità e realismo - non senza un pizzico di ironia - pur nell'apparente improbabilità della cornice che racchiude la vicenda. Una lettura che cattura e avvince dalla prima pagina fino all'ultima e al suo insospettato finale. Suggerisco di non "saltare" - è utile - la lettura della "Premessa" che apre il romanzo. Consigliatissimo!
Il serpente maiuscolo
Mathilde Perrin ha sessantatré anni, è vedova e abita con il suo dalmata in una villetta a Melun, non lontano da Parigi. Nessuno mai sospetterebbe che dietro quella donna elegante, curata e un po' sovrappeso si nasconda un sicario. Implacabile, precisa, addestrata fin dalla prima giovinezza, Mathilde non sbaglia un colpo e porta a termine a sangue freddo tutti i compiti che il comandante - suo superiore ai tempi della Resistenza - le affida. "Mathilde non ha mai sprecato una pallottola, solo lavori puliti e senza sbavature. Stasera è stata un'eccezione. Un capriccio. Avrebbe potuto colpire da più lontano, fare meno danni e sparare un proiettile solo, certo." Sì, perché in effetti da qualche tempo qualcosa non va. Mathilde si lascia un po' andare a certe crudeltà gratuite per "abbellire" le sue missioni. E inizia davvero a perdere la testa: dimentica di disfarsi dell'arma, sbaglia bersaglio, è convinta che il suo vicino di casa abbia decapitato il suo cane... L'ispettore Vassiliev intanto sta indagando sui suoi omicidi, ha "la testa piena di serpenti" e deve individuare al più presto il serpente maiuscolo, il misterioso assassino che colpisce con ferocia e senza una logica apparente. In questo gustoso e cattivissimo gioco al massacro in puro stile Tarantino, Pierre Lemaitre dà il meglio di sé con il suo spirito caustico, brillante e impietoso. Scritto nel 1985 e inedito, Il serpente maiuscolo è il suo primo noir e, nelle sue intenzioni, l'ultimo che pubblicherà e con il quale desidera dare l'addio al genere.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Sara 16 luglio 2025Originalissimo e avvincente
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Dolores Mambelli 02 gennaio 2023Talmente assurdo da risultare credibile .
Un Lemaitre completamente diverso dai suoi lavori precedenti ; ovviamente parlo dei suoi gialli come ad esempio Alex o Irène , non dei romanzi storici. Qui inventa un personaggio talmente al limite del credibile da far storcere un poco il naso , eppure alla fine risulta simpaticamente accettabile .
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St.Beck.Sa.7 04 ottobre 2022
È il primo giallo di Lemaitre, scritto diverso tempo fa. L'autore ce lo consegna così com'è, con poche correzioni perché lo reputa più onesto e perché non vuole modificarne il carattere. Lo stile Lemaitre c'è ed è evidente. È avvincente e scorrevole, un tantino cruento in alcuni tratti, sempre originale.
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