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Anno edizione: 2021
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Spie di nessun paese rende omaggio a quattro vite straordinarie e ci fornisce un punto di osservazione privilegiato per comprendere la complessità della società israeliana contemporanea e l'evoluzione dei suoi famosi servizi d'intelligence.
«Una narrazione sul destino e sulle scelte degli uomini» - Wlodek Goldkorn, Robinson
Il 14 maggio 1948 la nave Euryalus lascia il porto di Haifa. A bordo c'è l'ultimo Alto Commissario britannico per la Palestina. È la fine del dominio coloniale inglese in Medio Oriente. Da questo momento la tensione tra ebrei e arabi diventa incontenibile, abbandonando le forme più clandestine della guerra civile e trasformandosi in vero e proprio conflitto armato. Sul fronte ebraico, a svolgere un ruolo fondamentale in questa nuova fase furono le operazioni dell'Alba , meglio nota come «Sezione araba», un'unità formata da giovani ebrei provenienti dal mondo arabo e cresciuti a stretto contatto con la cultura islamica. I membri della Sezione «si distinguevano dagli ebrei europei per la tonalità sbagliata della pelle e per l'accento», e potevano così facilmente infiltrarsi nei paesi nemici e svolgere attività di spionaggio, raccolta di informazioni e sabotaggio. Erano i Mista?arvim , «quelli che diventano come arabi». Erano i primi agenti segreti di Israele, le radici dimenticate del Mossad. Tra azioni spericolate e vicende profondamente umane, nei vicoli di Haifa o sui tetti di Beirut, Matti Friedman segue quattro di queste giovani spie dal gennaio 1948 all'estate 1949. Venti mesi cruciali per la nascita e la futura identità dello Stato ebraico.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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